Giacomo Tafuro è sceso in campo. E, con un manifesto al vetriolo: «un paese viene commissariato perché non è nelle condizioni di esprimere una classe dirigente in grado di amministrarlo. L’amministrazione Langella è stata sciolta in conseguenza di futili vergognose e miserevoli lotte condotte da consiglieri, amministratori e “pupari”» Questi, gli elementi con i quali il professore ha dato il via alla sua campagna elettorale per le amministrative del 2013 a Boscoreale. E, se tanto ci da tanto, a conti fatti pare essere appunto questo il momento giusto per sciogliere dubbi e incertezze e proporre una candidatura annunciata sin dalla passata estate e mai davvero concretizzatasi con dati di fatto. Ovviamente, la scelta dei tempi non sorprende più di tanto perché Tafuro, stimato tra i politici più navigati del territorio, ha sempre saputo – e intuito – quando e come annunciare scelte di campo e obiettivi. Anche perché, al di la di ogni ipotesi, le amministrative, volendo seguire il Governo sulla spending review (revisione di spesa, risparmio , insomma) potrebbero essere accorpate con le politiche (e le regionali: Lombardia, Molise, Lazio) per le quali non sono state ancora stabilite date e tempi. Insomma, se c’è caos sul come e quando si voterà, meglio premunirsi e dire: ”eccomi”, prima degli altri, come ha fatto Tafuro, anziché correre il rischi di rimanere al palo. Tra le altre, finalmente, il Professore scioglie anche l’enigma sul numero e la consistenza delle liste che lo sosterranno e che saranno tre: Italia Attiva, Uniti per Boscoreale, Uniti per cambiare. E, di cambiamento sostanziale ha parlato Tafuro, sul suo manifesto, proponendosi come uno che «intende mettersi al servizio della collettività … » perché «amo questo paese, amo la sua gente , le sue tradizioni, la sua cultura, le sue aspirazioni … per molti rappresento il vecchio e a questi ricordo che ho “ appena tre volte vent’anni” … e che posso esibire una fedina penale immacolata, un’esperienza consolidata … Boscoreale ha bisogno di voltare pagina , di aspirare a un ruolo nel comprensorio, di darsi una prospettiva ben delineata e sopratutto di togliersi di dosso l’etichetta di paese dormitorio e fannullone». Insomma, attacchi a tutto spiano. Tanto a destra quanto a sinistra. Ovviamente, però, alle parole dovranno seguire i fatti. E fatti saranno allorché, una volta valutate le reazioni degli avversari alla discesa in campo, il politico di razza si confronterà con un programma fondato su fatti reali e puntigliosamente preparato sin nei più minuti particolari. Come sa bene un politico di lungo corso del suo spessore.
Monica Cardone