Omicidio Romano, la svolta: i killer non attesero sms e sbagliarono

A cena con l’uomo da uccidere. Una volta finito, avrebbe inviato un sms ai killer che attendevano nei pressi del palazzo. Ma i camorristi avevano fretta quella sera: fecero fuoco senza conferme. E sbagliarono, ammazzando Pasquale Romano. Uno dei responsabili è stato fermato: si tratta di Giovanni Marino, secondo le prime ricostruzioni legato, come il complice al quale la polizia sta dando la caccia, al gruppo degli scissionisti, cioè al cartello Abete – Abbinante – Notturno, mentre la vittima mancata è vicina al gruppo dei ”girati”; lo scontro riguarda il controllo delle piazze di spaccio.
 
Una storia assurda quella raccontata dalla donna che nelle scorse ore ha deciso di collaborare con la giustizia. Si tratta della zia della fidanzata di Domenico Gargiulo, il vero obiettivo dei killer che nei giorni successivi all’omicidio di Pasquale Romano sfuggì a un altro agguato. la donna che avrebbe dovuto inviare il messaggio ai killer sull’uscita dal palazzo del vero obiettivo, si è presentata al commissariato di polizia di Scampia manifestando la volontà di collaborare. La donna era presente ad una cena alla quale partecipava il vero obiettivo dei killer, Domenico Gargiulo; cena che si stava svolgendo, la sera dell’agguato, nel palazzo in cui abita la fidanzata di Pasquale Romano: stabile davanti al quale l’operaio fu ucciso. Si udirono gli spari, infatti, prima che la cena terminasse e che lei avesse avuto il tempo di mandare il messaggio per avvertire che il vero obiettivo stava uscendo dal palazzo. 
 
La donna si è presentata in commissariato con i suoi due figli, che hanno avuto un ruolo nella pianificazione del delitto e che ora vivono con lei in una località protetta. Nella zona di Scampia la decisione della donna di collaborare si è diffusa rapidamente e Giovanni Marino e il suo complice si sono allontanati dalle loro abitazioni.
“Non possiamo che essere felici che sia stato preso uno dei presunti killer di Lino Romano – dichiarano il commissario regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli ed il capogruppo al comune di Napoli del Sole che Ride Carmine Attanasio – vittima innocente della camorra, trivellato di colpi per sbaglio da criminali spietati e incoscienti. Da quello che si apprende dall’ inchiesta della Dda una donna che era nel palazzo della fidanzata di Romano doveva avvertire i killer quando il loro vero obiettivo stava per uscire. Ma i malviventi non attesero l’sms e uccisero erroneamente Lino Romano. Tutto ciò pare sia avvenuto perchè i sicari non attesero un sms di conferma di quella che doveva essere la loro effettiva vittima. Il povero Lino sarebbe quindi morto per un sms non inviato. La sua vita, quella della sua famiglia e della sua fidanzata sono state distrutte per sempre senza nessun valido motivo. La vita di un giovane napoletano per la camorra vale meno di un sms. Questo deve far riflettere ogni napoletano su cosa è capace di fare la camorra oggi”.
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