Pompei: la D’Alessio’s story

Ci voleva un politico di calibro nazionale, Francesco Barbato (IdV), per fare quello che a livello locale non era mai stato tentato. Ricomporre la storia di Claudio D’Alessio, sindaco di Pompei per due mandati, dal 2004 fino alla prossima scadenza nel 2014. Un percorso non privo di “incidenti”. Il primo, riportato dal parlamentare, risale al luglio 2009. Banchetto per le nozze di una nipote dell’ex boss della camorra Carmine Alfieri. “Tra gli invitati vi era anche il sindaco di Pompei” (corriere del mezzogiorno). Due anni dopo è l’affaire del bar nella Fonte Salutare a suscitare l’interesse della magistratura: “Reati di abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e abuso edilizio, sono questi i reati per cui sono stati rinviati a giudizio il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio e altre nove persone indagate a vario titolo”. Il filo degli eventi si dipana fino ai giorni nostri: dalla raccolta dei curricula per “La Cartiera” presso il portale del comune, alla sosta nelle strisce gialle, fino ai “loculi d’oro”. Le ultime clamorose cronache sono targate Parking Plinio e Parentopoli. Nel primo caso, sul presunto debito milionario dell’amministrazione nei confronti della ditta Russo sono in corso gli accertamenti della magistratura e tra gli indagati figurerebbe anche il primo cittadino. la “Parentopoli” nostrana, invece, riguarda l’ultimo concorso indetto dalla Publiservizi, concessionaria della riscossione dei tributi: bando agostano e semisconosciuto, graduatoria in cui figurano cognomi noti della politica cittadina. La lettura del testo integrale dell’interrogazione è consigliata perché fornisce un mosaico completo, più inquietante delle sue singole tessere. I lati oscuri non mancano come le domande. Come può un politico con un curriculum così nutrito di “sfortunati eventi” essere ancora sindaco di Pompei? E pensare che fino a qualche settimana fa era anche un possibile candidato al parlamento. Agghiacciante.

                                                                                             Claudia Malafronte

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18714

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 723 del 26/11/2012

Firmatari

Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 26/11/2012

Destinatari

Ministero destinatario:

  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL’INTERNO

Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 26/11/2012

Stato iter:

IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18714

presentata da

FRANCESCO BARBATO
lunedì 26 novembre 2012, seduta n.723

BARBATO. –

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’interno.

– Per sapere – premesso che:

Claudio D’Alessio, nato il 24 maggio 1961, appartenente al Partito Democratico, è stato eletto sindaco di Pompei (Napoli) il 7 giugno 2009 e nominato il 3 luglio 2009, di professione avvocato;

nel 1999 partecipa alle elezioni cittadine nelle fila del PPI, viene eletto con la giunta Zito, classificandosi come il secondo consigliere più votato;

rassegna le proprie dimissioni poco prima che la stessa giunta fosse sciolta per presunte infiltrazioni camorristiche;

nel 2004, nelle fila de «La Margherita», riceve il 49,9 per cento dei voti e va al ballottaggio con l’altro candidato del centro sinistra Salvatore Alfano che in prima battuta riceve il 34,1 per cento delle preferenze;

al ballottaggio l’avvocato Claudio D’Alessio riceve il 61,9 per cento dei voti contro il 38,1 per cento di Alfano, diventando sindaco di Pompei;

nel 2009 nelle fila del PD è rieletto sindaco con il 61 per cento dei voti;

in data 30 luglio 2009 si apprende che: «Tra gli invitati al banchetto di nozze di una nipote dell’ex boss della camorra Carmine Alfieri (pentito da diversi anni) oltre a numerosi affiliati a clan e a diversi pregiudicati c’era anche il sindaco di Pompei (Napoli) Claudio D’Alessio, del Pd. La scoperta è stata fatta dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata che ieri sera, in collaborazione con i militari del comando provinciale di Avellino, hanno interrotto il banchetto di nozze in corso in un locale di Lauro, in provincia di Avellino. I carabinieri hanno identificato tutti i circa 200 invitati tra i quali 32 pregiudicati e diversi affiliati ai clan camorristici Tamarisco e Gallo-Cavalieri di Torre Annunziata. Un 43enne affiliato al gruppo Tamarisco è stato denunciato in stato di libertà per violazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Torre Annunziata. Tra gli invitati vi era anche il sindaco di Pompei, eletto al suo secondo mandato nel giugno scorso». (http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it);

nel 2010, passa alle fila dell’Udc;

in data 23 febbraio 2012 Stabia Channel informa delle proteste dei commercianti pompeiani: «Serrata con corteo di protesta questa mattina per centinaia di esercizi commerciali di Pompei. “Siamo stufi, la dignità del comparto commerciale è offesa quotidianamente da scelte strategiche spesso errate, come ZTL invernali, gli interventi in piazza Schettini e piazza Immacolata, i ticket parcheggio non frazionati e la ‘sponsorizzazione’ di nuovi centri commerciali incastrati nel cuore della città, che colpiscono la già delicata situazione economica” aveva detto alla vigilia Alessandro Di Paolo, presidente dell’Ascom di Pompei. Giunti a Palazzo de Fusco, il Sindaco Claudio D’Alessio ha incontrato una folta rappresentanza dei commercianti pompeiani per affrontare i temi cardini per il rilancio della categoria.(…). Dalla riunione sono emersi i gravi ritardi causati da parte di chi, per funzione, avrebbe dovuto occuparsene».;

in data 14 aprile 2011 corrispondenze locali riferiscono: «Reati di abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e abuso edilizio, sono questi i reati per cui sono stati rinviati a giudizio il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio e altre nove persone indagate a vario titolo. L’udienza è stata fissata dinanzi alla seconda sezione penale del tribunale di Torre Annunziata. Alla sbarra, oltre a D’Alessio, anche gli assessori Carmine Lo Sapio, Santo Alfano, Gerardo Conforti, Alberto Robetti e Giovanni Fusco; gli altri individui coinvolti sono Antonio Ebreo, Raffaele Matrone, Andrea Nunziata e Gerardo Gallotta. Diversi i ruoli degli indagati nel corso di una vicenda che vede il sindaco di Pompei ricoprire il ruolo più importante. L’accusa è quella di aver agevolato la delocalizzazione e l’ampliamento volumetrico del bar di Piazza Schettini di proprietà di Matrone, cognato dell’assessore al personale e alla polizia municipale Lo Sapio, che invece doveva essere abbattuto in quanto ritenuto già due volte in parte abusivo. Secondo la procura oplontina, sin dalla prima direttiva del 23 maggio 2007, il sindaco D’Alessio aveva ostacolato l’evoluzione del progetto Por di riqualificazione di piazza Schettini. Con quella prima direttiva, D’Alessio intimò al progettista Claudio Nardi e al responsabile del procedimento Michele Fiorenza di eliminare dal progetto di riqualificazione del centro storico, già approvato dalla Regione, la demolizione del bar nella Fonte Salutare; per esso, infatti, decise contrariamente di operare la riqualificazione dopo averlo delocalizzato, nonostante pendessero sullo stesso due ordinanze di demolizione datate 1992 e 2000. La delocalizzazione e l’ampliamento del bar di Matrone venne poi sancita con delibera di giunta del 15 ottobre 2008: i lavori furono inseriti sul conto del Por approvato dalla Regione per un costo di 12.909,68 euro. Complici, secondo la procura dell’abuso, furono anche gli altri assessori componenti la giunta, Alfano, Fusco, Conforti e Robetti, i quali votarono l’approvazione delle due delibere che favorirono il parente dell’assessore Lo Sapio in barba anche ai vincoli ambientali previsti per il centro storico mariano. Proprio il cognato dell’assessore fu un altro dei protagonisti della vicenda. Secondo la procura oplontina vi fu anche un accordo tra lui e il geometra Gallotta allora in servizio presso l’ufficio Utc del comune di Pompei. Un’attestazione falsa del funzionario comunale permise al padrone del chiosco di dimostrare di aver ripristinato lo stato dei luoghi dove era edificata l’attività commerciale». (http://www.stabiachannel.it);

in data 25 gennaio 2012 si informa che: «Nell’aula consiliare del Comune di Pompei (Napoli) si è svolta la presentazione del link “Offerte di lavoro”, da oggi attivo sul portale dell’ente all’indirizzo www.comune.pompei.na.it. I giovani interessati a presentare le loro referenze ai titolari dei punti vendita del centro commerciale “La Cartiera” potranno farlo attraverso il web. Trasparenza e monitoraggio, insomma, per le assunzioni al centro commerciale “La Cartiera”: il curriculum vitae on-line sul portale del comune. Sono i punti chiave del protocollo d’intesa che il comune di Pompei ha siglato con la “Fergos”, proprietaria dell’area dove, dalla prossima primavera, nascerà dalle ceneri dell’ex cartiera la “cittadella commerciale”. “L’intento – spiega il sindaco Claudio D’Alessio – è di dare ordine alle legittime aspettative lavorative dei giovani. Per tenere lontano il malaffare, nel senso di coloro che millantano false promesse lavorative, e per evitare che certa politica possa ingenerare false aspettative, facendo del clientelismo”». (http://www.metropolisweb.it);

in data 19 giugno 2012 Il Gazzettino Vesuviano affronta il problema del bando per l’assegnazione dei loculi cimiteriali: «Oggetto del contendere l’ormai celeberrimo bando per l’assegnazione di 620 loculi, di diverso costo a seconda dell’ubicazione: 4.900 euro per la seconda fila, 4.800 per la terza, 4.500 per la quarta e “solo” 3.844 per la prima. Per la validità della domanda era richiesta una copia del bonifico di 2.000 euro d’anticipo sull’importo totale. Per vederci chiaro il Forum delle Associazioni, coordinato da Ferdinando Uliano e giunto a quota dodici aderenti, ha chiesto formalmente al comune l’accesso agli atti in data 11 maggio. Ad oggi, secondo lo stesso Uliano, non è pervenuta nessuna risposta né al Forum né ai cittadini. Sei i quesiti individuati dalle associazioni: innanzitutto è dubbio il silenzio serbato dall’amministrazione con il mancato rilascio della documentazione. In secondo luogo mancano informazioni ai potenziali concessionari riguardo all’ubicazione, i materiali impiegati, la struttura architettonica dei loculi e la stima dei costi degli interventi previsti. Ancora oscuro, per il Forum, è il passaggio dal progetto originario nel 2010 che prevedeva un finanziamento con contributo regionale, al piano attuale autofinanziato dagli assegnatari dei loculi. Ulteriori perplessità, per le associazioni, concernono i costi dell’opera, doppi rispetto a quelli di città limitrofe, e l’anticipo di ben il 50 per cento dell’importo totale. Anticipo che deve essere versato all’atto della domanda, quando l’assegnazione è ancora incerta, né verrà restituito, quale diritto per un’eventuale concessione futura. Per fugare questi dubbi e tutelare i cittadini di fronte all’assenza di notizie dall’amministrazione il Forum delle Associazioni ha organizzato degli incontri pubblici in cui darà le risposte tanto attese (…) la questione cimitero tiene ancora banco, mentre le associazioni svolgono un ruolo di supplenza per informare la società civile laddove le istituzioni latitano.»;

in data 14 ottobre 2012 diverse testante locali e siti on line riferiscono che il sindaco D’Alessio ha parcheggiato la propria auto all’interno di uno spazio riservato alla sosta per diversamente abili, «In sosta sui posti auto riservati ai disabili. Nell’occhio del ciclone stavolta c’è il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio. A riportare la foto testimonianza il sito del quotidiano locale Metropolis. Nell’immagine si vede l’auto bianca negli stalli riservati del parcheggio del Santuario. La città mariana è in rivolta contro il primo cittadino poiché non solo la sua condotta crea disagio a chi dovrebbe giustamente occupare il posto auto riservato, ma anche perché i suddetti posti auto sono una vera e propria rarità in città (fonte free press Leggo);

in data 18 ottobre 2012 si apprende che Pompei non dispone ancora di un piano urbanistico comunale «Siamo a metà strada rispetto alla definizione del Piano Urbanistico di Pompei, chiamato a delineare le aree di parcheggio, gli spazi pubblici e le aree urbane a traffico limitato. La giunta comunale ha approvato la relazione di medio periodo del Piano Urbanistico Comunale. Sarà trasmesso alla Regione Campania al fine di ottenere i finanziamenti necessari per completare l’iter teso a disegnare una nuova Pompei nei limiti naturali e di legge derivanti in primis dalla vicinanza al Vesuvio. Pompei è uno dei 18 comuni della zona rossa. Sul suo territorio è tassativamente vietata la costruzione di nuovi insediamenti abitativi ma possono continuare a nascervi insediamenti produttivi». (http://www.torresette.it);

in data 23 ottobre 2012 il quotidiano Metropolis nell’articolo «Concorsi, si allarga la parentopoli» riguardante la società di gestione, riscossione volontaria e coattiva dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) e della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani dice che «Assunzioni alla Pubbli Servizi: si allarga l’inchiesta sulla parentopoli. La notizia relativa alla pubblicazione della graduatoria degli ammessi all’orale per l’assunzione di quattro impiegati con la società di servizi, ha suscitato enorme scalpore a Pompei, soprattutto perché in molti non ne erano nemmeno a conoscenza del bando. Come mai? Forse perché l’amministrazione guidata dal sindaco Claudio D’Alessio ha pensato di indire il concorso soltanto a Ferragosto, quando cioè la città si svuota ed in molti non hanno avuto la possibilità di presentare la domanda? O forse, perché il bando è stato, volutamente, tenuto nascosto, considerato che non è stato affatto pubblicizzato? (…). Basta spulciare un po’ la graduatoria per capire che tra gli idonei (i primi dodici della lista sono stati ammessi all’orale) figurano Maria Antonietta Avino, nipote dell’assessore Pasquale Avino, che si attesta nella posizione numero dieci); Giovanna Tucci, figlia di Giuseppe Tucci, ex sindaco di Pompei, eletto all’epoca nelle fila della Dc. Lei ottiene la nona posizione con 26/30. Stesso punteggio anche per Elena Conforti, figlia del consigliere Alfonso Conforti, che però ottiene la posizione numero 8, avendo risposto a più domande. Tra i partecipanti al concorso anche Flavio Schmid, figlio di un’impiegata della segreteria dello stesso sindaco D’Alessio, man mano che scorre la graduatoria si arriva a Barbara Cecconi, posizione numero 22, che è la moglie di Mario Brizio, ufficiale dei vigili urbani. Soltanto trentesima della lista Patrizia Marra, sorella del consigliere eletto nella civica che fa riferimento all’assessore Avino. Tra i partecipanti anche Anna Fiorenza, 49a in graduatoria, figlia del dirigente dell’ufficio tecnico, mentre al numero 68 c’è Marianna Cacace figlia di Raffaele Cacace ex assessore ed ex esponente dello staff del sindaco. Una situazione che ha finito per creare rabbia tra i cittadini che non sono riusciti a partecipare al concorso in quanto non avevano avuto conoscenza. (…) E intanto già si annunciano una serie di denunce alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Più di qualche sospetto sulle assunzioni, infatti, si era avuto fin dal primo momento»;

in data 26 ottobre 2012 Metropolisweb in un articolo a firma di Roberto Mazza parla di: «Parentopoli al municipio» ovvero «rimossi i manifestini fatti affiggere in mattinata dai movimenti giovanili. Gli attacchi, su tutti i muri della città, non sono certo piaciuti al primo cittadino Claudio D’Alessio e alla sua amministrazione. Tanto è vero che ha dato subito mandato di toglierli o di coprirli. Un’azione velocissima, giustificata dalla volontà dell’esecutivo di voler pulire i muri. (..) Sulla questione, interviene Vincenzo Garofalo, coordinatore dei movimenti politici giovanili e promotore dei manifesti: “Le domande, i chiarimenti e le critiche che io, insieme agli amici dei tre movimenti politici, quali Pompei Cambia, Pompei Futura e Più Pompei, anche in qualità di giovani cittadini, rivolgiamo a quest’amministrazione, come sempre, ricevono risposte che si concretizzano in atti di violenza. In questo caso, tutti i nostri manifestini affissi sono stati strappati di buon’ora, affinché nessuno li leggesse, dalla autorità costituita”. Per questo sindaco e questa amministrazione, aggiunge Garofalo, “la città non deve sapere e così, ancora una volta, mortificano i pompeiani trattandoli quali sudditi e non come cittadini titolari di diritti e di partecipazione alla cosa pubblica”»;

in data 1o agosto 2012 Napoli Today fa sapere che «a Pompei nasce il primo museo temporaneo d’impresa d’Italia finanziato con fondi regionali e comunali per un totale di 2 milioni 400 mila euro»;

il 31 agosto 2012 Il Gazzettino Vesuviano informa che: «È scontro aperto oramai tra l’amministrazione comunale pompeiana e il parking Plinio. Il motivo delle diatriba sarebbe il debito che l’amministrazione avrebbe accumulato negli anni nei confronti della ditta. Il costo della spesa da saldare da parte del comune ammonterebbe a circa un milione di euro. Dal 1991, infatti, il parking Plinio detiene un contratto di prestazione con il Comune di Pompei finalizzato al ritiro dalle strade delle macchine in divieto di sosta e alla custodia giudiziaria. Il problema è che spesso, molte delle macchine raccolte e fermate nel rimessaggio, risultano prive di targa, abbandonate e dunque destinate ad essere rottamate, facendo lievitare i costi di spesa da sostenere. D’altra parte se così non fosse si andrebbe a creare un sovraffollamento nel parcheggio che non avrebbe ragion d’essere. Già nei mesi scorsi, c’erano stati numerose forme di protesta proprio sotto Palazzo De Fusco, da parte dei titolari del parcheggio che rivendicavano il saldo del debito. Per contro, però, l’amministrazione comunale ha sempre sostenuto di essere in regola con i pagamenti alla ditta e di non dovere nulla dunque. Tale concetto è stato ribadito a gran voce anche dal sindaco, Claudio D’Alessio. Ora però nella querelle tra l’ente comunale e la ditta parking Plinio sembra essere intervenuta la Procura della Repubblica di Torre Annunziata che ha aperto un’inchiesta per appurare la verità dei fatti. Attendiamo dunque i prossimi sviluppi e vi terremo aggiornati.»;

i fatti esposti sono ad avviso dell’interrogante talmente gravi da richiedere misure urgenti su quest’amministrazione comunale per verificare i criteri ad oggi adottati per il governo cittadino, in diverse occasioni biasimato anche dall’ex arcivescovo locale mons. Carlo Liberati nelle omelie domenicali -:

di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e se non intenda valutare la sussistenza di presupposti per l’esercizio dei poteri di controllo sugli organi di cui al testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. (4-18714)

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