Scavi di Pompei: ennesimo crollo, la manutenzione c’è?

Ormai è certo che, appena arrivano le piogge, arriva un altro crollo a Pompei. Stavolta a cadere è  un  angolo di un antico muro  di cinta  coperto, in parte, da uno stucco originale di colore rosso pompeiano. Detto muro circonda un edificio alto circa quattro metri,  nel cosiddetto vicolo di Modesto (Regio VI), in una parte dell’area nord orientale del sito già interdetta al pubblico. A segnalare l’episodio, alle ore 8.30, l’addetto alla vigilanza impegnato nel consueto giro di ronda. E il “Grande Progetto Pompei”, annunciato nel marzo scorso, che fine ha fatto? “La messa in sicurezza dell’intera regio VI è una delle priorità del Grande Progetto Pompei e il relativo bando è di imminente pubblicazione” si legge nella nota stampa della SANP. Ma  “Mentre il medico studia il malato muore. – commenta Antonio Pepe, segretario della CISL FP Pompei –  Sembra che questi crolli oltre all’incuria, siano dovuti al peso delle chiacchiere. Infatti dal 5 aprile u.s. abbiamo sentito e letto di grandi interventi da farsi, ma, a tutt’oggi, non ne abbiamo assistito ad uno. Certo è che agli Scavi non è cambiato nulla, anzi ci ritroviamo peggio: il nostro personale addetto sia alla vigilanza che alla manutenzione, benchè volenteroso, continua ad essere poco utilizzato, male organizzato e peggio distribuito. Intanto l’amministrazione sfugge al confronto con il sindacato che continua a chiedere di contrattare un’organizzazione del lavoro efficiente ed efficace, utilizzando al meglio e dove occorre i circa mille dipendenti in servizio al fine di garantire l’ordinaria apertura delle domus agibili nonché la conservazione delle domus che in molti casi custodiscono affreschi e mosaici”. La speranza, afferma Pepe, è che “Ministro e Sottosegretario si decidano a riorganizzare la Soprintendenza autonoma per i Beni Archeologici di Pompei con un Soprintendente impegnato a tempo pieno. Ovviamente – continua il sindacalista – non permetteremo a chi intenda approfittare di questi spiacevoli episodi di mettere le mani su Pompei. Se si vuole dare risposte concrete al futuro della città antica, anziché perdere tempo nel porre grandi menti a studiare, bisogna prima impregnare tutto il personale in servizio, nonché favorire da subito nuove assunzioni di custodi e operai”.  Un’analisi accurata, che va al di là della contingenza odierna,  è quella dell’arch. Antonio Irlando, presidente dell’Osservatorio per il Patrimonio Culturale: “Il crollo negli scavi di Pompei, reso noto oggi, è un ulteriore tassello che si aggiunge alla drammatica mappa dei disastri che devastano il patrimonio archeologico dell’area archeologica pompeiana. E’ avvenuto in una zona degli scavi di Pompei abbandonata a se stessa da molto tempo, dove il degrado è praticamente diffuso nella quasi totalità dell’Insula II della regione VI che si sviluppa oltre la casa di Sallustio e nelle insule immediatamente adiacenti. L’intervento di messa in sicurezza di quest’area, previsto nel “grande progetto Pompei” da un bando di gara non ancora pubblicato, risulterà purtroppo tardivo, in quanto l’assenza cronica di manutenzione ordinaria in quest’area, la rende proprio in queste ore particolarmente vulnerabile alle aggressione delle piogge e soprattutto dei forti venti che stanno letteralmente spingendo a terra muri fragilissimi e provocando il distacco di parti d’intonaco colorato e affrescato, la cui aderenza ai supporti murari è praticamente inesistente. Inoltre, la pioggia violenta e copiosa di queste ore sta aggravando lo stato di conservazione delle superfici pavimentali a mosaico prive di manutenzione e di coperture di protezione, sia in questa che in altre regioni dell’area archeologica di Pompei”. Ma al di là del “Grande Progetto Pompei”, è mai possibile che una Soprintendenza che gestisce un sito con milioni di visitatori e di euro di incasso l’anno, non riesca a assicurare la manutenzione ordinaria? Perchè invece di interventi straordinari non si parla di interventi ordinari e efficaci? Perchè tra i 22 nuovi assunti ci sono architetti, archeologi,  un amministrativo ma degli operai non c’è  traccia? Insomma questa messa in sicurezza del sito chi dovrebbe farla? Dobbiamo fare un appalto per ogni muro che cade? La “somma urgenza” esiste? Perchè se il muro sta per cadere si devono aspettare ugualmente i tempi lunghi degli appalti? Neanche i professori al governo sono riusciti a rispettare dei tempi “europei”. Il grande progetto Pompei è già in ritardo di sei mesi. E siamo solo all’inizio. I risultati di questo cortocircuito sono sotto gli occhi di tutti. E tra poco non ci sarà più niente da vedere.

                                                           Claudia Malafronte

 

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