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Lo spunto per la riflessione di monsignor Alfano è stato il richiamo alla “rivoluzione” del Concilio voluto da papa Giovanni XXIII che aprì “nuove piste pastorali di testimonianza”.
“La Fede senza le opere è morta – ha detto il Vescovo – dobbiamo testimoniare con la nostra vita l’attualità del Vangelo, motore della convivenza, ispiratore di Pace e di Carità”.
La grande opportunità derivata dalla partecipazione all’evento di Sorrento è uno strumento per avviare, senza esitazioni, una svolta nella vita dei singoli e delle comunità. Nei commenti di molti dei partecipanti, raccolti dopo la cerimonia con il Vescovo, è emersa la convinzione che per vivere pienamente questo “Anno della Fede” è necessario “anteporre la vicinanza a Dio alle miserie e alle fragilità quotidiane di una vita drogata da interessi che molto spesso stroncano le coscienze e calpestano la propria e l’altrui libertà di uomini e donne che ambiscono ad una vita più giusta”.
Gaetano Irlando