L’occasione, la presentazione del libro “Il colore dell’Inferno” di Antonio del Monaco. Ad aprire la manifestazione Vincenzo Serpico dirigente scolastico dell’Istituto che da anni promuove progetti sulla legalità. Presenti tra gli altri all’incontro Gianni Durante, papà di Annalisa morta il 27 marzo 2004 durante un conflitto a fuoco tra camorristi; Gennaro Nuvoletta fratello di Salvatore il carabiniere ucciso a Marano per vendetta; e Rosalba Beneventano sorella di Mimmo consigliere di Ottaviano ammazzato dopo aver denunciato connivenze tra Enti Locali e criminalità organizzata nel feudo di Raffaele Cutolo. A curare il progetto Pina Rubino. Tra gli interventi quello di Roberto Comune scrittore e teologo di Orta di Atella: “L’indifferenza nasce dal disagio non compreso che a sua volte scaturisce nella patologia e sfocia nel reato. Io che ho ereditato il testimone di don Peppino Diana ho fatto mia la sua frase “non bisogna morire per cambiare”. E quindi che accogliere il dono della vita e sviluppare tutte le sue potenzialità armonizzandole e comunicandole”. La riflessione di padre Comune è rivolta anche ai killer di Lino Romano uno dei quali ha soltanto 22 anni: “Vedere la vita distrutta di Lino e quella segnata dal suo carnefice significa che siamo arrivati in ritardo. Il nostro compito è non soltanto quello di prevenire ma anche quello di formare le coscienze alla vita affinché sia rispettata”. Antonio del Monaco si è poi rivolto alla platea studentesca ripercorrendo anche l’iter personale di ex direttore del carcere di Santa Maria Capua a Vetere: “Folgorante l’incontro con un mio detenuto – ha detto -, mi aveva chiesto di aiutarlo affinché non commettesse altri crimini e non divenisse un affiliato di camorra. Nel mio piccolo lo aiutato e oggi quel ragazzo ha una vita ‘normale’”. “Giornate come queste – ha concluso il preside Serpico – sono fondamentali per formare le coscienze e valgono più di mille ore di lezioni trascorse nelle aule”.