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Via libera dal Senato al decreto “salva Napoli”

 Napoli avrà 300 milioni e 10 anni di tempo per organizzare il pagamento del debito (1 miliardo e 300milioni): il decreto 174 è passato anche al Senato. 
La novità è che alla fine gli emendamenti (proposti dal PD) sono stati accettati dall’aula, dopo le resistenze anche un po’ ovvie della Lega Nord.
 
Già la settimana scorsa le commissioni riunite Bilancio e Affari costituzionali del Senato hanno approvato tutti e tre gli emendamenti proposti dal PD per migliorare il decreto salva-Comuni, un risultato che al di là delle più rosee previsioni. 
La senatrice del PD prima firmataria, che ha proposto gli emendamenti di modifica del decreto (ascoltando cosi le grida di aiuto del sindaco di Napoli e di altre autorità campane), è Annamaria Carloni, moglie del mai dimenticato ex sindaco e governatore della Campania Antonio Bassolino.  Ironia della sorte, strani scherzi del destino, strane coincidenze o come altro si vogliano chiamare, la moglie del principale artefice del debito delle casse comunali napoletane, potrebbe essere davvero la figura che permetterà a Napoli di ripartire.
 
Modificato l’importo massimo dell’anticipazione sul fondo di rotazione:  non più 200, ma 300 euro per abitante, circostanza che consentirà al Comune di Napoli di disporre di circa 300 milioni. La somma va restituita in dieci anni, ma un emendamento della Lega Nord vieta di utilizzare questi fondi per “organizzare eventi sportivi di carattere nazionale e internazionale come la Coppa America a Napoli”
 I Comuni con squilibrio strutturale di bilancio, tra cui Napoli, potranno ripianare il disavanzo in dieci anni, e non in cinque come previsto nella prima formulazione del decreto: questa misura dovrebbe consentire alle amministrazioni di non cancellare i servizi essenziali.
Così ha dichiarato la senatrice Maria Incostante del PD: “Il salva comuni prevede una via di uscita per i comuni ad un passo dal dissesto finanziario. Quindi li “salva” effettivamente perchè senza, quei comuni non avrebbero alternative. E’ chiaro poi che quando si hanno i soldi della comunità bisogna anche accettare vincoli e controlli su come si spendono”
 
Ha espresso soddisfazione il sindaco Luigi de Magistris, intervenendo in Consiglio comunale prima della approvazione dell’adesione al provvedimento ‘Salva Napoli’: “Napoli inizia un vero e storico piano di ripresa dopo 20 anni di errori” – ha detto – “Abbiamo fatto un reale rendiconto per affrontare in modo strutturale la situazione economica; aderendo al decreto avremo già a gennaio i primi segnali di ripresa e di sicuro entro tre mesi – sottolinea de Magistris – segnali di miglioramento di cassa con la possibilità di pagare i fornitori e migliorare i servizi”.
De Magistris ha sottolineato come la linea politica del Comune sia indirizzata a un internalizzazione dei servizi ed alla garanzia del privato sociale. “Dopo l’adesione al DL dobbiamo essere bravi noi a interpretarlo e renderlo quanto più equo possibile – ha concluso de Magistris – nei prossimi 60giorni avremo il lavoro più duro e avremo la possibilità di chiudere 20anni di errori con una buona amministrazione che darà respiro alla città”. 
Il sindaco ha inoltre espresso apprezzamenti per quelle forze politiche come Udc, Fli, Idv e Pd che sia in Consiglio comunale che in Parlamento, hanno voluto seguire l’intero procedimento apportando importanti interventi migliorativi al decreto stesso. Napoli quindi aderisce ufficialmente a quello che è stato battezzato come ‘Decreto salva Napoli’ e che ha visto in queste settimane una forte mobilitazione finalizzata a modificare l’atto iniziale che lo stesso sindaco denominò ‘ammazza Napoli’. Per l’occasione fu anche convocata una riunione straordinaria del Consiglio, a Roma nel piazzale antistante Montecitorio. 
 
Lo stesso sindaco ha affermato: “Mi rendo conto che c’è chi ‘va in freva’ (si altera) se grandi eventi si organizzano a Napoli e non al Nord, deve essere chiaro che gli equilibri in Italia, non solo politici, sono cambiati”, ha detto il sindaco riferendosi alla decisione di organizzare a Napoli la Coppa America di vela e non a Venezia. 
 
Al Senato poi è stato approvato anche il terzo emendamento: ora le Regioni in condizione di squilibrio economico e finanziario che hanno presentato piani di risanamento, potranno ottenere anticipazioni di cassa così come gli enti locali. La Regione Campania, che ha già presentato il suo piano, potrà dunque accedere al fondo di rotazione. Non esistendone uno specifico, per le risorse si dovrà però attingere allo stesso fondo utilizzato per i Comuni, circostanza che ha portato, per il momento, alla determinazione di un tetto massimo per gli aiuti: cinquanta milioni di euro.
 
Mario De Angelis 
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