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Ercolano: “Mai abbassare la guardia nei confronti del crimine organizzato”

“Mai abbassare la guardia nei confronti del crimine organizzato”: esordisce così a Ercolano il capo gruppo del Pd Luigi Fiengo all’indomani del blitz effettuato dalle forze dell’ordine che ha assicurato alla giustizia pericolosi esponenti del clan Ascione – Papale.  L’esponente del partito democratico ercolanese richiama l’attenzione istituzionale sull’opportunità di monitorare l’intero perimetro urbano con particolare riferimento alla   popolatissima frazione del Miglio D’Oro: l’estensione del sito e la eterogeneità dei residenti che lo popolano potrebbero complicare notevolmente il lavoro delle Forze di Polizia: “Sarebbe opportuno istituire un presidio stabile della Polizia Locale in zona – ha chiarito Fiengo – che da un lato funga da deterrente per il crimine organizzato e dall’altro consenta agli operatori locali di compiere campagne di sensibilizzazione tra i giovanissimi in merito al codice stradale e alle modalità comportamentali  idonee al vivere civile. Gli ultimi brillanti successi ottenuti  dalle Istituzioni nella lotta al malaffare sul territorio ercolanese hanno dimostrato come nonostante i numerosi colpi subiti sotto il profilo sia economico che logistico i clan siano sempre pronti a riorganizzarsi tentando di imporre la propria strategia del terrore all’interno del perimetro ercolanese. In tal senso lanciamo un appello ai cittadini ercolanesi perché collaborino in maniera fiduciosa e costante con le Forze dell’Ordine e la Magistratura alla riqualificazione di una delle oasi più rappresentative dell’hinterland vesuviano”. E’ determinato il capo gruppo del Pd nel chiedere l’ausilio e la cooperazione di “tutti”, senza esclusione di ruoli o incarichi amministrativi ricoperti a livello locale o nazionale. Forse è proprio questo che in tanti anni è mancato alla cittadina degli scavi assuefatta all’anarchia comportamentale , al fatalismo spicciolo e troppo facilmente additata agli impietosi  clamori della cronaca nera. “Ercolano è oggi chiamata al riscatto socio produttivo – ha concluso Fiengo- di un’immagine  comunitaria  ultimamente apparsa offuscata  da troppi disservizi e disfunzioni  operative che si possono risolvere con la buona volontà e il senso di responsabilità comune : è questo un preciso dovere che ogni amministratore o politico ha nei confronti delle nuove generazioni indigene”.
Alfonso Maria Liguori
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