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Pompei: successo di “Xchè con la x” di Luca Varone al Mattiello

La lingua di Dante al tempo dei social network. Su questo si interroga e ci interroga Luca Varone, attore, regista e autore di “Xchè con la x”. Andato in scena al Mattiello e rivolto alle scuole, lo spettacolo narra le disavventure di una malcapitata ed esilarante professoressa, interpretata dallo stesso Varone, alle prese con alunni dal linguaggio antropologicamente mutato. Una “neolingua” sincopata, piena di consonanti, numeri e allitterazioni,  mutuata da facebook e sms,  dilaga tra le pagine degli studenti lasciando l’insegnante tramortita. L’effetto di questo incontro- scontro tra “culture” è una comicità intelligente che fa riflettere gli studenti sulla deriva linguistica del nostro paese. “Il desiderio della nostra compagnia teatrale – afferma il regista-  e’ stato quello di denunciare attraverso le maschere Il conformismo dei giovani, il quale dopo essersi affermato nel mondo della moda, si è esteso anche al modo di parlare e scrivere. Moltissimi ragazzi scrivono parole abbreviandole, storpiandole e in tal modo cambiandone il relativo significato. Essi credono che l’abbreviare una parola non abbia conseguenze, ma in tal modo viene meno il peso che i giovani danno a un valore importante come la cultura, il quale una volta era considerato un onore”. Sul palco, insieme a Varone, un cast di giovani e brillanti attori: Adriano Falivene, Viviana Cangiano, Walter Lippa e Elena Pasqualoni. Per il regista e autore, si tratta di un ritorno nella città d’origine dopo il successo estivo di “Mistura Napoletana”, che metterà in scena, sempre al Mattiello, il 27 dicembre. Forgiato nelle esperienze teatrali di New York e Roma, nello scorso ottobre Varone ha debuttato con la compagnia del teatro stabile Bellini con “Odissea Napoletana” a chiusura del Napoli Teatro Festival. La sua ultima prova dimostra la maturità autoriale nell’affrontare con leggerezza una tematica complessa come l’involuzione linguistica, restituendo al teatro una dimensione etica oggi più che mai essenziale.

                                                                                         Claudia Malafronte

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