Arrivano a bordo di una moto in via Bonito e sparano una raffica di proiettili, scatenando il panico tra passanti, automobilisti e negozianti. Due pallottole infrangono la porta d’entrata dell’albergo «Montil». È quasi mezzogiorno quando in pieno centro a Castellammare si scatena l’inferno per mano della criminalità organizzata. Agguato fallito e vittima designata in fuga oppure avvertimento della camorra nei confronti dei titolari dell’hotel? È giallo sul caso che le forze dell’ordine stanno puntando a risolvere con un’inchiesta-lampo, mantenendo per il momento il massimo riserbo sull’accaduto. Ad agire, secondo alcuni testimonianze, sarebbero stati in due: sei i colpi esplosi calibro 7,65 prima di fuggire via. Un proiettile si è conficcato nel banco della reception del Montil, sfiorando un impiegato. Sul posto sono intervenuti gli agenti e la Scientifica del commissariato stabiese, che hanno subito fatto partire le indagini ad ampio raggio dopo aver ascoltato tutti i testimoni del raid. Tra il fuggi fuggi generale, è stata solo una questione di fortuna se si è evitato lo spargimento di sangue. Nei minuti successivi la sparatoria, l’ipotesi più battuta è stata quella dell’esecuzione mancata. Secondo le prime indiscrezioni, a scamparla sarebbe stato un parente di un nemico storico del clan camorristico dei D’Alessandro.