Caravaggio alla XX Rassegna Arte e Spettacolo a Sant’Anastasia

“Caravaggio siamo noi” afferma il maestro restauratore Bruno Arciprete, rispondendo ai bambini del IV Istituto Comprensivo di Sant’Anastasia. E questo è vero perché, come stesso lui spiega, all’interno de “Le Sette Opere di Misericordia” del Caravaggio, ma in ogni opera d’arte, vi sono delle idee nuove, delle rivoluzioni che prendono vita grazie al momento storico in cui sono create.

L’evento, che si è tenuto nell’Aula Consiliare del Comune di Sant’Anastasia, è parte della XX Rassegna Arte e Cultura che prevede diversi appuntamenti. La serata si è aperta con la proiezione dei due lavori filmici del professor Vincenzo De Luca con i quali ci guida alla riscoperta della storia della tela e del lavoro di restauro che ha interessato il maestro Arciprete dall’aprile al luglio del 2004. Più profondo ed emozionale il secondo, in cui la calda voce di Ugo Pagliai interpreta il sofferente Caravaggio in una bellissima lettera apocrifa, che il maestro avrebbe indirizzato all’amico Battistello Caracciolo, narrandogli dei significati più profondi del dipinto e della sua afflizione per l’assassinio di Ranuccio Tomassoni. Il pittore, infatti, in fuga per la condanna a morte si rifugiò nei Quartieri Spagnoli sotto la protezione dei Carafa-Colonna, inaugurando un periodo prolifico e meno soggetto alla committenza. È in questa situazione che vedrà la luce il quadro religioso più importante del ‘600. Un quadro più personale con il quale Michelangelo Merisi da Caravaggio chiede scusa al mondo per essersi macchiato di sangue. La tela ci mostra in un’unica scena le sette opere di misericordia corporale, descritte nel vangelo di Matteo: una rappresentazione di consapevolezza della precarietà della vita, ma nello stesso tempo della benevolenza che tanto compiace la Madonna e il Bambino posti sopra gli uomini.

Subito dopo le proiezioni, è stato proprio il professore di storia dell’arte a prendere la parola ed a sottolineare l’importanza del restauro per le opere del passato, descrivendo l’enorme difficoltà e il principale compito di questo lavoro: restituire alla tela, in questo caso, la sua dimensione originale.

Momento interessante è stato anche ascoltare il maestro Arciprete alle prese con i più piccoli che sono intervenuti. I bambini di quinta elementare del che hanno partecipato al progetto scolastico “Natale nell’Arte”. Dopo aver spiegato loro il faticoso lavoro del restauro, ha risposto alla domanda circa le sensazioni che si provano a intervenire su opere di personalità del calibro di Caravaggio: “Chi opera deve pensare di avere di fronte a sé una tela e dei materiali (nel caso dei dipinti), e distaccarsi dalle proprie emozioni per rispettare qualunque opera d’arte che si trovi dinanzi in maniera professionale”. Poi si è lasciato andare e ha confessato la soddisfazione che prova nel momento in cui, durante una pausa, osserva da lontano il suo lavoro compiaciuto ed emozionato per essere entrato a far parte di un’opera così bella, seppur in maniera marginale. Ha evidenziato, infine, l’importanza di rivivere il passato attraverso l’arte, affermando che per vivere a pieno l’emozione di un’opera bisognerebbe entrare in contatto fisico con essa, perché è la materia che ha la vera capacità di riportarci indietro quasi come fosse una macchina del tempo.

L’evento si è chiuso in bellezza con la lettura scenica dell’opera teatrale del professor Vincenzo De Luca intitolata “Le sette Opere di Caravaggio assassino”, a cura di Carmine Giordano e interpretata da Gennaro Piccirillo, Vincenzo Capuano, con azioni coreografiche di Viviana Imparato e la voce fuori campo di Lucia Stefanelli Cervelli. Come spiega l’autore: “L’idea di passare dalla lettura filmica al dialogo teatrale mi è stata suggerita al telefono da Mario Monicelli”, infatti, lo spettacolo altro non è che una rivisitazione della lettera apocrifa, dapprima descritta, dialogata tra i due pittori, Caravaggio e Battistello, in un’atmosfera emozionante, tormentata e travolgente.

A congedare quanti intervenuti alla serata di arte e spettacolo l’assessore alla cultura Fortuna Palma e il sindaco Carmine Esposito che hanno aggiunto gli inevitabili auguri per le festività natalizie. Per i due amministratori bisogna porre l’accento sulle grandi potenzialità di cui Sant’Anastasia dispone rispetto a un contesto politico e amministrativo abbandonato dalla Regione. Una sproporzione da arginare, come afferma il sindaco, dimostrando le capacità e le energie di una città che altro non chiede che di vivere secondo delle regole e in sicurezza.

Martina Scognamiglio

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