A trent’anni dall’assassinio del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, barbaramente trucidato in un attentato mafioso assieme alla giovane moglie Emanuela Setti, la città di Pompei ricorda una delle pagine più tristi delle storia contemporanea italiana. Mercoledì 9 gennaio, nell’aula consiliare presso Palazzo De Fusco, sarà ricordato il generale Dalla Chiesa nella data dell’anniversario dei trent’anni dalla sua morte. A presenziare all’evento ci sarà l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Claudio D’Alessio e l’associazione antiracket Alilacco del presidente Amleto Frosi. Per l’occasione, sarà proiettato in sala il documentario “Generale” scritto e diretto da Lorenzo Rossi Espagnet in collaborazione con Dora Dalla Chiesa, nipote del generale, che sarà presente in sala consiliare. Dora, nata pochi mesi dopo la scomparsa di suo nonno, è la più giovane delle nipoti di Dalla Chiesa. La pellicola, che sarà proiettata per la prima volta nella provincia di Napoli, è frutto di alcune indagini private che la giovane donna ha condotto per far luce su quella barbara esecuzione, di stampo mafioso. La nipote del generale, alla soglia dei trent’anni, ha sempre voluto, con forza, far chiarezza sulla vicenda, cercando di trovare le ragioni che portarono al vile gesto uccidendo una delle figure simbolo nella lotta alla criminalità organizzata. La caparbietà strenue di ripercorrere le dinamiche di quella oscura pagina della storia italiana, rappresenta l’atto d’amore di una nipote che non ha mai avuto la possibilità di conoscere suo nonno. A trent’anni dalla strage di via Carini, Dora Dalla Chiesa, vuole ricordare, attraverso il doloroso ricordo dei suoi familiari, tutto il lavoro e l’impegno del compianto generale, innovatore per eccellenza delle tecniche d’investigazione sul terrorismo e sul crimine organizzato. L’anniversario dei trent’anni dalla morte di Carlo Alberto Dalla Chiesa si unisce a quello delle morti di Pio La Torre, Falcone e Borsellino e di tante altre figure, simbolo di legalità e giustizia, caduti per mano della mafia. La storia recente e non solo, c’insegna che troppe sono le morti di persone innocenti vittime della criminalità. L’appuntamento di mercoledì 9 gennaio 2013 ha lo scopo di ribadire il concetto che nella lotta alla mafia occorre fare gioco di squadra. Le forze dell’ordine da sole non bastano. Occorre il giusto supporto delle scuole, delle istituzioni locali territoriali, della politica della stampa e della cultura. Denunciare le irregolarità, di qualsiasi tipo e a qualsiasi livello, deve diventare una forma mentis comune da inculcare specie nelle nuove generazioni che rappresentano la speranza per un futuro diverso. Per tutto questo, lotta da tempo, l’associazione antiracket Alilacco, che sarà presente nella figura del suo presidente all’appuntamento di mercoledì a Palazzo De Fusco. Se è vero che “gli uomini passano ma le loro idee continueranno a camminare sulle gambe di altri” come disse Giovanni Falcone, allora bisogna credere fortemente che il sacrificio e l’esempio di tanti non sia andato perduto per i più, ma possa servire affinché chi resta ne ripercorra le orme.
Marianna Di Paolo