Rientrati ieri in Italia i tre marinai rapiti dai pirati nigeriani lo scorso 23 dicembre 2012. A riportarli in patria un volo speciale giunto a Roma intorno alle ore 19.30 ed atterrato all’aereoporto di Ciampino. Ad accogliere i tre uomini, reduci da un’esperienza durissima, il ministro degli Esteri Giulio Terzi e alcuni esponenti della Farnesina. Fortunatamente i marittimi Giuseppe Astarita (comandante dell’Asso 21) e i due ufficiali Salvatore Mastellone e il pompeiano Giuseppe D’Alessio, stanno bene. Pare che le prime parole di Astarita, nella telefonata fatta ai parenti, siano state : “siamo dimagriti ma è tutto ok”. In effetti è comprensibile pensare che il primo pensiero dei tre uomini sia stato quello di chiamare i loro cari per rassicurarli. Ricordiamo che il rapimento, infatti, è avvenuto lo scorso 23 dicembre, gettando un’ombra sulle passate festività natalizie per le tre famiglie. Giorni di trepidante e speranzosa attesa, logorante per i parenti dei marinai, che per fortuna si è conclusa nel migliore dei modi. Un lavoro davvero incessante quello condotto dalla Farnesina per riportare a casa i tre uomini. La stessa, aveva chiesto il massimo riserbo sulla vicenda affinché nessun elemento esterno potesse intralciare una trattativa che, già dalle primissime ore del rapimento, si preannunciava non facile. Un appello alla discrezione raccolto alla lettera dalle famiglie dei rapiti, che hanno vissuto giorni di composta angoscia, fiduciose che la scelta del silenzio indicata dalla Farnesina fosse la strada giusta da seguire. Toccanti le testimonianze dei marittimi al loro rientro in patria. “Verso la fine abbiamo temuto di non farcela, è stata una brutta esperienza”, ha spiegato Giuseppe D’Alessio: “il momento del rilascio è stato quello più difficile, perché non sapevamo a cosa andavamo incontro, si preparavano con rituali loro”. “E’ stata dura, ma ora siamo tornati, vogliamo riabbracciare i nostri cari”, gli ha fatto eco il comandante Emiliano Starita: “Giocavano con le armi, sparavano in mare. Verso la fine sembravano innervositi. Sì eravamo spaventati”, ha aggiunto. Racconti davvero puntuali che ripercorrono la cronaca di giorni complicati nelle mani di uomini senza scrupoli, pirati del mare, che vivono di arrembaggi e scorribande. Una situazione, quella del rapimento, davvero complicata e gestita con grande professionalità. Un ringraziamento speciale è stato rivolto dal ministro Giulio Terzi alle autorità nigeriane per il contributo apportato alla soluzione positiva della vicenda. Il 23 dicembre scorso un gruppo di sette uomini armati aveva assaltato l’Asso21 al largo delle coste nigeriane, mentre faceva rotta su Port Harcourt. Ma, a differenza di quasi tutti gli altri casi di sequestro di navi in quella zona, il commando non aveva trattenuto l’intera imbarcazione ma rapito quattro membri dell’equipaggio (anche un cittadino ucraino, insieme ai tre italiani). Ora, i tre marinai verranno ascoltati in Procura a Roma, dove è stato aperto un fascicolo sul rapimento, e poi faranno ritorno a casa, dove si prepara festa grande. Espletate le formalità burocratiche, per i quattro uomini, marinai di professione, s’avvicina il momento tanto atteso: il ricongiungimento con le famiglie da vivere nel privato lontano dai riflettori, come è giusto che sia in questi casi. La redazione de “Il Gazzettino Vesuviano” esprime affettuosa vicinanza alle famiglie dei rapiti ed in particolare a quella del pompeiano Giuseppe D’Alessio. Lieti ed onorati di aver potuto dar notizia di una vicenda conclusasi nel migliore dei modi.
Marianna Di Paolo