Meno ore per le pulizie nel centro commerciale La Cartiera. Questo è quanto si sarebbero sentiti dire i lavoratori ex Aticarta nell’assemblea del 14 gennaio. A convocarli il loro datore di lavoro, la società Honet service, in cui sono impiegati ben nove degli ex operai dell’Ati. Sarebbe stata la direzione del centro commerciale, sostengono dipendenti, a comunicare all’impresa la decisione di ridurre le spese per i servizi dell’ipermercato. Per motivi di budget, quindi, sarebbe necessario tagliare l’orario di lavoro di circa il 30%, passando da 173 a 113 ore mensili. E non si tratta solo di lavorare meno, ma anche di avere un reddito drasticamente inferiore. I dipendenti, infatti, attualmente percepiscono circa 1100 euro al mese, mentre, col nuovo orario, si vedrebbero recapitare in busta paga soltanto 600 euro. Un taglio di quasi la metà quindi. Si potrebbe obiettare che è tutto regolare: una storia di riduzioni di orario e di stipendio comune a tante imprese in questo momento di crisi. Ma la particolarità di questa storia è che, ancora una volta, a essere coinvolti sono gli ex dipendenti della Aticarta. Sfrattati dalla loro vecchia società, avrebbero dovuto trovare una nuova casa nel centro commerciale La Cartiera, sorto sulle sue ceneri. E loro vorrebbero davvero sentirsi parte di questa nuova impresa scucendosi di dosso l’etichetta di ex Aticarta. Un marchio che pesa, dicono. “In questi mesi abbiamo sopportato un’attenzione particolare proprio perché ex Aticarta. – sostengono alcuni dipendenti delle pulizie – Siamo stati monitorati costantemente sia di persona che con le telecamere. I negozi ci chiamavano per continui interventi anche se noi dovremmo assicurare solo la pulizia del centro. Il nostro lavoro era gravoso e non ci siamo mai risparmiati né lamentati per questo trattamento speciale. Basti pensare che gli altri lavoratori non Aticarta, assunti per tre ore al mattino, hanno ricevuto prima di noi le tute invernali. Sembra una banalità, ma sono tante situazioni che tu metti insieme. Noi non abbiamo nulla contro gli altri lavoratori ma ci dispiace per quello che dobbiamo subire noi. E noi non ci siamo mai lamentati. Ora vengono a dirci che durante la settimana devono lavorare due persone per turno: una per ciascun piano. Solo nel fine settimana è previsto l’organico completo. E come si può garantire l’igiene del centro commerciale in queste condizioni? Altro che tagli noi avremmo bisogno di aumentare l’organico soprattutto nei week end quando arrivano trenta – quarantamila persone. Durante le feste natalizie c’è stato un afflusso incredibile e abbiamo subito insulti e aggressioni. In questo stato non è pensabile ridurre le ore e lasciare il centro commerciale sporco. Saranno costretti ad assumere altre persone che faranno il nostro lavoro mentre queste manovre potrebbero essere un modo per indurre noi a lasciarlo. Ma noi abbiamo famiglia e questo centro commerciale è stato costruito per noi . Noi non molliamo”. Per questo i lavoratori hanno sollecitato un incontro nei prossimi giorni col sindaco, firmatario dell’accordo 2006 in base al quale si è costruito il centro commerciale. Il vertice con le società coinvolte, invece, è stato convocato dai sindacati: “Abbiamo richiesto un incontro con le imprese coinvolte (Honet, Fergos e Sogeprim che gestisce la struttura). – sostiene Gennaro Torre, CGIL – L’umore dei lavoratori è nero perché le notizie non sono buone. Vogliono ridurre l’orario di lavoro. Ora hanno cambiato versione dicendo che non riguarda solo gli ex Aticarta ma tutti i dipendenti dei servizi. Il problema è che l’organico è stato gonfiato con lavoratori extra Aticarta. Se c’è crisi e i lavoratori sono troppi gli Aticarta devono avere una garanzia prioritaria. Inoltre nessuna crisi è stata mai formalizzata. Anzi. Quindici giorni fa, a “Porta a Porta”, hanno detto che La Cartiera è in controtendenza rispetto agli altri centri commerciali che sono in perdita. Cosa è successo in queste due settimane? Ci devono dire chiaramente come stanno le cose. I lavoratori, comunque, non vogliono cedere neanche un minuto”. Si aggiunge un altro capitolo alla storia infinita della riconversione della ex cartiera; un capitolo che, ancora una volta, riguarda i dipendenti della ditta di servizi, nel comune calvario i più provati. Dopo pochi giorni dall’apertura, infatti, sono passati dalla prima impresa, Fontana, alla seconda, Honet, con problemi per il passaggio di cantiere. Sono cronaca recente i licenziamenti, le proteste clamorose e le riassunzioni sofferte. Ora l’ennesima vertenza, l’ennesimo scontro su lavoro e diritti. Attendiamo ancora di conoscere l’esito di questo nuovo incontro, ignari se alla fine di questa lunga Odissea gli ex Aticarta potranno mai trovare la loro Itaca.
Claudia Malafronte