Fabbrica Italia Pomigliano non potra’ licenziare i 19 iscritti alla Fiom assunti lo scorso 28 novembre. E’ quanto si evince dalla sentenza del Tribunale di Roma sul ricorso presentato dalla Fiom che chiedeva di accertare un comportamento ”pregiudizievole” da parte della newco, nell’attivazione delle 19 procedure di mobilita’ nei confronti di altrettanti dipendenti, come reazione alla sentenza della Corte d’Appello di Roma, che ha disposto l’assunzione nello stabilimento di 145 iscritti ai metalmeccanici della Cgil (19 entro il 28 novembre e gli altri 126 entro meta’ aprile). Il giudice, nel sottolineare che dall’ordine di assunzioni degli iscritti alla Fiom ”non appare conseguire l’obbligo per l’impresa di mantenere un determinato numero di lavoratori nell’organico aziendale”, ha anche specificato, pero’, che ”diverso e’ l’obbligo di mantenere una determinata percentuale di iscritti alla Fiom nell’ambito dell’organico complessivo”. ”Obbligo specificamente – si legge nel dispositivo – individuato dal Tribunale di Roma e dalla Corte di appello di Roma, sul quale, in questa sede non e’, peraltro, sorto alcun contrasto, allo stato non ipotizzabile, non essendo ancora scaduto il termine per l’assunzione dei 126 lavoratori iscritti alla Fiom e non avendo la societa’ adottato alcun licenziamento”.
Lavoratori trattati come ebrei. I 19 lavoratori Fiom messi in mobilita’ da Fabbrica Italia aPomigliano trattati come gli ebrei sotto il nazismo. L’ha detto Maurizio Landini durante l’intervento agli attivi dell’Emilia-Romagna. ”L’ azienda li ha reintegrati, ma solo come operai ‘in formazione’. E ha messo loro un braccialetto con scritto ‘operai in formazione”’, ha detto Landini che, di fronte alle risate ironiche del pubblico, ha aggiunto: ”Uno puo’ anche ridere, ma a me e’ venuto in mente che quelle cose li’ le facevano contro gli ebrei”.
”Ci aspettavamo questo tipo di sentenza, perche’ i giudici non possono sempre entrare, piu’ di quanto hanno fatto finora, nelle politiche e nei rapporti aziendali”: e’ quanto ha affermato Felice Mercogliano, segretario generale della Fismic Campania, alla notizia della sentenza del Tribunale di Roma, che ha rigettato il ricorso presentato dalla Fiom contro le 19 procedure di mobilita’ annunciate da Fabbrica Italia Pomigliano, per ”difetto di legittimazione attiva”. ”La Fiom pero’ – ha aggiunto Mercogliano – dovrebbe capire che noi non abbiamo firmato nessun accordo per le mobilita’, ma abbiamo chiesto all’azienda di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti, perche’ nessuno deve essere messo fuori. E non solo. Secondo quanto riportato anche nel verbale di non accordo firmato in Regione lo scorso 14 gennaio – ha proseguito il sindacalista – abbiamo anche chiesto alla Fiat che la soluzione alternativa garantisca l’occupazione per i 19 da mettere in mobilita’, e anche i circa 1400 ancora in cassa integrazione, che scadra’ a meta’ luglio”. Nei prossimi giorni, ha garantito Mercogliano, i sindacati chiederanno all’azienda se sono state trovate soluzioni alternative cosi’ come da loro richiesto