“Padroni del nostro destino. Servi di nessuno”. Nasce il Movimento Popolale Campano

Pietro LangellaÈ nato un nuovo soggetto politico: il Movimento Popolare Campano, grazie all’iniziativa di Pietro Langella, assessore della provincia di Napoli con deleghe al demanio, patrimonio, innovazione tecnologica, gare e contratti. Un nuovo soggetto che conta l’adesione di più di cinquanta amministratori locali convinti del progetto di radicamento nel territorio. La linea di partito che lo stesso Langella tiene a sottolineare, è quella di dare visibilità e peso ai paesi vesuviani spesso negletti nelle strategie politiche nazionali e regionali. Un’area che invece, sottolinea il politico di origine boschese, è di cruciale importanza. Proprio da Boscoreale, del resto, parte la storia del consigliere provinciale. Partecipa due volte, nel 1995 e poi nel 2000, alle elezioni comunali e per due volte risulta il più votato giungendo a ricoprire incarichi di prestigio. Adesso però Langella è pronto per il salto di qualità. Dopo anni di impegno nella politica locale è stato inserito nelle liste del PDL per il Senato, in posizione utile per aspirare ad un seggio a Palazzo Madama. Nonostante la candidatura nelle fila del PdL, il Movimento Popolare Campano rimane un partito autonomo all’interno della compagine del centro destra. I motivi dell’adesione a questo schieramento da parte del MPC sono spiegati da Langella: “Il nostro gruppo sostiene i valori dei cattolici, dei moderati e dei riformisti, che in questo momento noi vediamo incarnati nel PDL per evitare svolte a sinistra del paese”. Il lungo percorso politico del fondatore del Movimento Popolare Campano è stato costellato, come dicevamo, da una serie di vittorie e incarichi di grande valore ed impegno. Prima capogruppo del CCD di Casini e presidente della commissione lavori pubblici a Boscoreale nel ’95, nel 2000 passa coi Popolari e ottiene l’incarico di presidente del consiglio comunale. Nel 2004, ancora, viene eletto consigliere provinciale nelle fila della Margherita conseguendo altre nomine di peso: vice presidente del consiglio provinciale e componente del direttivo regionale e del consiglio di presidenza dell’unione regionale province campane. Ultima tappa nel 2009 la riconferma del seggio nella provincia napoletana con l’UDC, un vero ritorno alle sue origini politiche che ancora una volta lo premia. Nella suddetta consiliatura diviene prima membro e poi presidente del consiglio direttivo regionale dando inizio a un nuovo cammino che lo conduce al vertice della prima commissione consiliare. Al più recente congresso del partito di Casini riceve l’ennesimo riconoscimento con l’elezione a coordinatore degli enti locali. Tuttavia il fondatore del Movimento Popolare Campano ha subito di recente moltissimi attacchi, anche a mezzo stampa, da parte di avversari politici che lo accusano di aver cambiato casacca diverse volte. “Non sono io ad aver cambiato casacca sono io partiti ad essersi estinti o aver mutato linea politica – sostiene Langella – Il CCD di Casini si divise e io mi riconobbi nei Popolari che poi si sciolsero. Optai, quindi, per la Margherita e solo quando questa si fuse col PD io sono confluito nell’UDC. Come si può constatare sono stato leale alla mia idea di centro ed è per questo che sono andato via ogni volta che il partito in cui militavo si allontanava da tale prospettiva. Il Movimento Popolare Campano, infatti, nasce nel segno dei moderati, cristiani e riformisti. La sua autonomia è volta a garantire un territorio, quello vesuviano, dove noi come amministratori abbiamo fatto tanto e abbiamo dimostrato il nostro valore raccogliendo voti e apprezzamenti dai cittadini. Quelli che mi attaccano non solo hanno coperto l’intero arco costituzionale, ma sono dei nominati e non si sono confrontati con l’elettorato da vincenti come me”. L’ultima fuoriuscita dall’UDC, racconta Langella, è anch’essa dovuta a ragioni di coerenza: “Non potevamo accettare la candidatura di politici calati dall’alto, da Roma, che non hanno nessuna conoscenza dell’area vesuviana. Abbiamo chiesto all’UDC la giusta visibilità, ma il partito è stato sordo. Per noi è stato impossibile subire passivamente questa umiliazione dal partito come è avvenuto per altri amici amministratori che invito a ribellarsi per la propria dignità politica e umana. Noi vogliamo essere padroni del nostro destino e servi di nessuno”. Il distinguo dal partito di Casini nasce anche da una diversa idea di centro: “Non era possibile per noi riconoscerci nella politica di Monti che per mesi ha tuonato contro le amministrazioni locali che noi rappresentavamo come se fossero il vero male dell’Italia. Allo stesso tempo però si salavano le banche e si impoverivano i cittadini, per poi chiedere loro il voto come se nulla fosse accaduto”. Definita la linea centrista del Movimento Popolare Campano Langella è talmente fiducioso da pensare al futuro e pensarlo in grande: “Siamo sicuri di eleggere i nostri rappresentanti già alle prossime elezioni regionali”.

Claudia Malafronte

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