È stato un consiglio comunale nel consiglio comunale, con un ordine del giorno imprevisto ma annunciato. La crisi del commercio a Pompei, infatti, raggiunge le aule di Palazzo De Fusco e le scuote con la rabbia dei suoi rappresentanti. A innescare l’incontro – scontro tra esercenti e amministrazione la coincidenza di date. Nello stesso giorno, infatti, sono stati indetti il consiglio comunale e la manifestazione dei commercianti. Quest’ultima è partita in mattinata da Piazza Immacolata e ha lambito due luoghi emblematici delle contraddizioni cittadine: l’ingresso degli scavi a porta Anfiteatro e il Santuario, due istituzioni che sono della città ma non le porterebbero ricchezza. A sfilare lungo via Roma centinaia di esercenti con le relative sigle di categoria (Ascom, Confesercenti, Adap, Fiavet, Cidec, Confcommercio, Ferdernoleggio) insieme al Forum delle Associazioni coordinato da Ferdinando Uliano. Molti i negozi chiusi in segno di protesta. Un volantino attaccato alle serrande spiegava le ragioni del lutto del commercio cittadino: “Basta al declino di Pompei prima che sia troppo tardi!”. Momenti di tensione si sono registrati quando alcuni autobus della Federnoleggi hanno tentato di accedere all’area pedonale e raggiungere il comune insieme al corteo, circostanza impedita tra le proteste dei manifestanti. Punto d’arrivo Palazzo De Fusco dove era previsto il consiglio comunale. L’accesso dei dimostranti nell’aula consiliare, prima negato, è stato concesso con tanto di consegna simbolica delle chiavi dei negozi chiusi al sindaco. La discussione consiliare è stata totalmente monopolizzata dalle problematiche dei commercianti. Veloce l’analisi dei tre punti all’ordine del giorno: approvati solo i verbali delle sedute precedenti e i debiti fuori bilancio. Respinta invece la proposta di modifica del regolamento edilizio avanzata da Unità e Impegno, fortemente voluta dal consigliere Alberto Robetti. Sul punto è sorta una forte polemica tra l’esponente di Unità e Impegno e il dirigente dell’ufficio tecnico Michele Fiorenza che ha asserito l’impossibilità di realizzare la modifica facendo riferimento a vincoli regionali. “Il parere negativo di Fiorenza non ha convinto nessuno – sostiene Robetti – Non è vero che la disciplina regionale impedisce la modifica al regolamento edilizio da noi proposta. Altri comuni limitrofi come Boscoreale e S. Maria La Carità hanno adottato provvedimenti analoghi a quello prospettato. C’è stata la volontà politica di non far passare il nuovo regolamento. Eppure avrebbe rimesso in moto l’economia producendo lavoro per le imprese e migliorie per gli esercizi commerciali. Comunque la maggioranza si è divisa sul punto e due suoi consiglieri hanno votato con noi”. Il dibattito tuttavia è stato incentrato sulla protesta dei commercianti, che ha acceso anche un forte scontro politico. Esponenti della maggioranza come Salvatore Visciano (Liberal Democratici) e Alfonso Conforti ( Forza Sud) hanno accusato l’opposizione di cavalcare l’onda della protesta senza assumersi la responsabilità del governo della città. A rincarare la dose il sindaco che ha ricordato ai consiglieri di Unità e Impegno di aver votato le stesse delibere (parcheggi, centro commerciale) oggetto del malcontento dei commercianti. A tali obiezioni ha replicato il consigliere Benincasa sostenendo di aver accettato un programma complessivo di governo che prevedeva diversi punti, molti dei quali, a favore dello sviluppo della città, irrealizzati. Critico nei confronti dell’amministrazione anche il consigliere Maurizio Cipriano, tanto che alla fine Del Regno gli chiede se fa ancora parte della maggioranza. All’esito del dibattito consiliare i commercianti sono riusciti a prendere la parola attraverso i propri rappresentanti. La questione più scottante è quella del ticket sui bus turistici. A tal proposito Alessandro Di Paolo, vicepresidente Ascom, ha sottolineato che una zona privata, detta del Pioppeto, sarebbe fuori dalla zona sottoposta al balzello pur trovandosi a cento metri dall’ingresso degli scavi e potrebbe essere utilizzata come futuro parcheggio. Il presidente Fiavet, Ettore Cuccari, inoltre, ha affermato che gli ottanta euro per il ticket comportano un aggravio di quattro euro a persona in pullman ormai quasi vuoti. Le soluzioni sono due: o i tour operators sceglieranno altre mete o utilizzeranno i treni con perdita di posti di lavoro per gli autisti. È Ferdinando Pellì, vicepresidente dell’Ascom, a lanciare una proposta al sindaco: “Perché questi quattro euro non li incorporiamo in un pacchetto per garantire ai visitatori non solo il transito ma anche il pranzo a Pompei? Così il turismo potrebbe diventare più stanziale”. Infine è lo stesso Pellì a fare un appunto al sindaco “Ci ha fatto male vederla sorridere dalla finestra del suo ufficio mentre noi manifestavamo”. Il primo cittadino respinge le accuse di irrisione e afferma di aver già ridotto il ticket dagli iniziali 120 agli attuali 80 euro, al di sotto dei quali non intende scendere. Per le altre questioni, invece, D’Alessio apre al dialogo con i commercianti. Si tratta di questioni annose e discusse come la distribuzione dei flussi turistici, la chiusura dei parcheggi (Piazze Immacolata, Schettini e Falcone e Borsellino) e la persistenza di una zona pedonale a fronte di una città sempre più deserta. Ma i commercianti non ci stanno e chiedono le dimissioni del sindaco. “Siccome l’anno scorso abbiamo protestato contro l’inefficienza dell’amministrazione e l’allora assessore al commercio Tortora si è dimesso, ragionano gli esercenti, ora che la delega è del sindaco sarebbe lui a doversi dimettere”. I consiglieri di Unità e Impegno sottoscrivono insieme a Michele Genovese (PDL) la proposta di dimissioni del consiglio comunale. Ma il primo cittadino rimanda la proposta al mittente invitando quegli stessi consiglieri a dimettersi. La discussione si incardina poi sui punti all’ordine del giorno e i commercianti abbandonano l’aula manifestando ulteriormente il proprio dissenso verso una politica che sentono lontana dai loro problemi. Nella serata si è tenuta una nuova riunione degli stati generali del commercio. L’obiettivo è mantenere l’unità dei commercianti dimostrata nella grande manifestazione mattutina e individuare le prossime tappe di un percorso condiviso. Le proposte emerse nel corso dell’incontro serale risultato variegate: dalla richiesta di un consiglio comunale monotematico sulla crisi del commercio a azioni dimostrative che coinvolgano gli scavi e abbiano grande risonanza mediatica. Tutti, in ogni caso, hanno espresso l’esigenza di un’azione immediata che dia ossigeno a un commercio in ginocchio. Ripetute le critiche all’amministrazione innanzitutto per la riduzione dei parcheggi: ci sono più di seicento posti in meno, sostengono i commercianti e Piazza Immacolata è stata chiusa senza darle una nuova destinazione. Per non parlare della tanto vituperata zona pedonale: “Che ha senso in una città vuota?” affermano gli esercenti. A riprova dell’abbandono del centro ci mostrano delle foto di via Roma che sarebbero state scattate la domenica sera. L’isola pedonale c’è ma i pedoni mancano. Alla riunione serotina si è aggiunta anche una voce dalla periferia: Salvatore Palmieri rappresentante di un gruppo di commercianti di via Aldo Moro. Questi ha sollecitato i commercianti a unirsi e assumere iniziative che fungano da attrattore per la città alla stregua di quanto avviene a “La Cartiera”. All’esito dell’incontro, il secondo in una settimana, gli imprenditori hanno raccolto le proposte avanzate e annunciato la continuazione dello stato di agitazione. Nuove manifestazioni, dunque, si annunciano nei prossimi giorni come prosecuzione di una protesta iniziata sommessamente l’anno scorso e che si avvia ad essere lunga.
Claudia Malafronte