Politiche 2013, Vincenzo Cuomo: “Un sindaco in parlamento”

Cuomo“Portare l’esperienza di un sindaco in Parlamento, partendo dal territorio vesuviano” questa è la missione di Vincenzo Cuomo, ex primo cittadino di Portici e candidato del PD al terzo posto della lista per il Senato in Campania. Una grande soddisfazione, quindi, ma anche una grossa responsabilità. Il suo curriculum, tuttavia, dà ragione di un tale riconoscimento. Forgiato da nove anni di buon governo nella “sua” Portici, dove ha costruito un solido gruppo del PD, è reduce dal successo delle primarie in città, ai cui seggi sono affluite più di quattromila persone, determinando la vittoria netta di Bersani, di cui lo stesso Cuomo è fedelissimo. Forte della grande affermazione personale nelle parlamentarie (secondo più votato in Campania, primo degli uomini) gli è stato affidato un ruolo delicatissimo: conquistare un seggio a Palazzo Madama, camera decisiva per il prossimo governo e in una regione chiave come la Campania. Le sorti del Paese e del PD, quindi, sono legate a doppio filo a quelle di Cuomo, da cui dipende anche la presenza e il peso del territorio vesuviano nel futuro esecutivo.
Cuomo lei è stato per due mandati sindaco di Portici e Presidente dell’ANCI della Campania. Quali sono le istanze del territorio vesuviano che intende sostenere in Senato?
“Per me è fondamentale affermare a livello nazionale un principio essenziale: la Campania prima di tutto. Su questo assunto mi sono confrontato con altri politici locali cercando di creare una sinergia territoriale che vada oltre gli steccati ideologici e faccia emergere le criticità specifiche del vesuviano. Nel concreto è necessario sfruttare le risorse che questa regione ha e che non utilizza, a partire dal turismo. Penso a tre poli fondamentali: mare, montagna e archeologia. Rispetto al primo bisogna recuperare la balneabilità del litorale in gran parte interdetto. Anche il settore portuale deve essere potenziato differenziando le varie destinazioni commerciali, turistiche o di diporto. Rispetto alla montagna penso allo splendido Vesuvio dove si potrebbero sviluppare non solo i tradizionali percorsi pedonali ma anche di equitazione. Come dimenticare, poi, i siti archeologici mondiali di Pompei e Ercolano senza tralasciare Oplontis, Stabiae e Boscoreale. È importante che queste aree archeologiche facciano sistema ripensando anche al trasporto turistico. Si può ipotizzare la riduzione dell’utilizzo degli autobus a favore di un potenziamento di traghetti. Questi potrebbero approdare in località vicine e limitare il ricorso al trasporto su gomma. Tutto ciò è possibile anche alla luce del grande successo del polo crocieristico in cui il porto di Napoli è protagonista. Per me il territorio rimane comunque fondamentale. Non sono favorevole, ad esempio, all’abolizione delle province ma a una riorganizzazione delle competenze amministrative che responsabilizzi le amministrazioni locali. Allo stesso tempo sono contrario alla stabilità finanziaria realizzata coi tagli lineari senza tener conto delle differenze tra settori forti e settori in ginocchio. Lo stesso discorso vale per le differenze territoriali. Non è pensabile realizzare un federalismo egoista che non preveda perequazioni per i territori più disagiati. La Lega Nord vuole mantenere nelle regioni settentrionali il 75% delle tasse. In questo modo dimentica non solo la solidarietà ma anche i fondi del Sud usati per pagare le quote latte degli allevatori del Nord. Anche il Sud però deve responsabilizzarsi e l’intera filiera istituzionale deve programmare da ora i progetti di sviluppo del periodo 2014 – 2020 per non arrivare in ritardo ”.
Cosa si aspetta da queste elezioni in un momento di sfiducia dei cittadini rispetto ai partiti tradizionali?
“È prioritario recuperare il rapporto di fiducia tra cittadini e partiti. Di solito si pensa che andando in Parlamento i problemi dei cittadini si allontanino, ma io intendo ribaltare questo stereotipo. Il Parlamento deve essere il collegamento tra il governo e il territorio. Per questo è necessaria la mediazione dei partiti che non sono il luogo di malaffare e opportunismo ma devono dare risposte agli elettori. Non è vero che i cittadini vogliono l’antipolitica. Quest’ultima ha un ruolo importante nel veicolare le proteste ma è carente di soluzioni e proposte. Una vera risposta democratica è quella che ha dato il PD con le Primarie prima e le Parlamentarie poi. La gente lo ha capito e ha partecipato. Basti pensare al grande risultato delle primarie a Portici dove hanno votato più di quattromila persone e Bersani ha raccolto il massimo consenso in Campania”
Ritornando alle primarie e all’ottimo risultato da lei ottenuto, lo si può considerare il segno del buon governo di cui ha dato prova nella città di Portici? C’ è qualcosa che avrebbe voluto ancora fare per la città?
“La mia vera ambizione sarebbe stata ottenere il terzo mandato come sindaco di Portici. La mia intenzione adesso è portare la mia esperienza di sindaco in Parlamento. Il mandato del primo cittadino, infatti, è fondamentale perché assume una responsabilità diretta dei problemi e ha un potere altrettanto diretto nel risolverli. Da parlamentare, quindi, riprodurrò questo modulo portando le istanze del territorio nel livello più alto in cui sono chiamato a operare. Sul terzo mandato come sindaco insisto. È importante perché in quindici anni puoi non solo fare interventi ma portarli a termine e vederne i risultati. Penso all’ottimo ciclo di raccolta differenziata ottenuto a Portici. Il difficile non è arrivare al 60% ma mantenerlo. Per questo è necessario non allentare la tensione sui controlli e dare all’ amministrazione un tempo d’azione ampio per lasciare la sua impronta nella città”.
In ultimo una previsione sulle prossime amministrative a Portici. Ritiene che il PD riuscirà a mantenere il tesoretto che lei ha costruito in questi anni?
“A Portici ci saranno le Primarie. Proprio in questi giorni il PD ha fissato nel 24 marzo la data per le consultazioni nelle amministrazioni in cui si voterà a maggio. A Portici, quindi, ci sono tutti i presupposti per scegliere un buon sindaco e vincere le elezioni.
Il nostro gruppo è forte. Io non sono che la punta dell’ iceberg di un insieme di persone che nel tempo è cresciuto e ha lavorato per il bene della città. Abbiamo ottenuto il 70% quando il berlusconismo era vincente.
Adesso non posso che aspettarmi una vittoria netta con tutte le forze che vorranno appoggiarci”.
Claudia Malafronte

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