Fiat: i 19 lavoratori Fiom mandati a casa ma riceveranno lo stipendio

FIAT: POMIGLIANO; AL VIA RADUNO PER CORTEO FIOM”Riteniamo sbagliata e illecita la decisione presa da Fiat di non permettere l’accesso al lavoro ai 19 lavoratori e lavoratrici iscritti alla Fiom-Cgil ed assunti dopo l’azione legale intrapresa”. E’ una nota congiunta delle segreterie generali della Cgil Nazionale, della Campania e della Camera del Lavoro di Napoli a stigmatizzare la decisione del Lingotto per quel che riguarda i 19 lavoratori Fiom dello stabilimento di Pomigliano. ”Con questa decisione, presa dopo l’annuncio dei giorni scorsi di cancellare la Newco di Pomigliano facendo rientrare tutti gli addetti in un’unica societa’, Fiat, di fatto, elude le sentenze della magistratura, umilia il lavoro, nega i diritti dei lavoratori e apre uno scenario di possibili e ulteriori illeciti”, continua. ”Questa nuova e ulteriore azione di discriminazione da parte di Fiat nei confronti dei lavoratori, successiva la ricorso alla procedura di mobilita’ delle scorse settimane, avviene in un contesto di mercato sicuramente difficile. Cio’ non toglie che sarebbe possibile redistribuire il lavoro attraverso un contratto di solidarieta’, anziche’ prevedere ulteriori periodi di cassa integrazione, magari discriminatoria nei confronti di alcuni. La segreteria della Cgil nazionale, della Campania e di Napoli sostengono e sosterranno i lavoratori e le lavoratrici nelle azioni di tutela per il diritto al lavoro”, conclude la nota. ”La scelta della Fiat di pagare senza lasciar lavorare i 19 lavoratori reintegrati a Pomigliano e’ grave e preoccupante. Ancora una volta, dopo la medesima scelta fatta con i tre lavoratori di Melfi, si colpisce la dignita’ della persona che lavora, si umiliano uomini che non chiedono l’elemosina, ma vogliono ricevere una retribuzione per quanto contribuiscono alla produzione”. Lo ha detto Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Pd. “Si mette in atto, inoltre, una brutale discriminazione sindacale. Siamo nel XXI secolo, i vertici della Fiat dovrebbero rivedere una posizione che esprime una cultura aziendale regressiva, inasprisce le tensioni sindacali e certamente non aiuta a competere nella qualita’ e nell’innovazione”

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