Cinque misure cautelari sono state eseguite dalle fiamme gialle del comando provinciale di Napoli nell’ambito di un’inchiesta dalla Procura di Torre Annunziata sui lavori eseguiti nell’area archeologica di Pompei. In particolare dalle indagini sono emerse “anomale modalità” per l’affidamento dei contratti per i lavori eseguiti nell’area dopo la dichiarazione, nel 2008, dello stato di emergenza.
In particolare è stata colpita da arresti domiciliari la rappresentante legale della ditta incaricata dei lavori, indagata per concorso in abuso di ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, frode nelle pubbliche forniture e truffa ai danni dello Stato. Nei suoi confronti sono stati inoltre sequestrati preventivamente i beni, per oltre 810mila euro. Tre invece le misure del divieto di esercitare l’attività professionale, eseguite nei confronti di altrettanti ingegneri, tutti indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e truffa ai danni dello Stato. La società affidataria di alcuni lavori all’interno dell’area archeologica nel periodo commissariale, è stata inoltre colpita da una sanzione interdittiva del divieto di contrattare con la P.a.
Nell’ambito dell’inchiesta è inoltre indagato per abuso d’ufficio continuato Marcello Fiori, ex commissario straordinario per l’emergenza nell’area archeologica degli scavi di Pompei, mentre Luigi D’Amora, direttore dei lavori nel periodo di gestione commissariale, è indagato per abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture e truffa ai danni dello Stato.