“C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole”.
Nell’Aula Consiliare di Palazzo Siano riecheggiano le parole di questa poesia di Joyce Lussu, interpretata dall’attore Gennaro Piccirillo. Parole toccanti che si uniscono a quelle, altrettanto toccanti, delle interpretazioni di alcuni allievi della Scuola di Teatro diretta dal m° Carmine Giordano.
Parole, voci e anima. Un contributo, questo, capace di velare gli occhi, ascoltato durante la manifestazione “Il giorno della Memoria” tenutasi nella mattinata di sabato, 2 febbraio 2013, organizzata dal Comune di Sant’Anastasia, dai Lions club Sant’Anastasia Monte Somma e dalla Scuola di Teatro “Gregorio Rocco”.
Il contributo portato da chi fa l’attore o studia per diventarlo è l’interpretazione di un testo di cui esplicita il senso e l’anima. Lo scopo di questo è promuovere negli ascoltatori la giusta sensibilità che suscita le emozioni. Proprio questo afferma nella puntuale introduzione, la professoressa, scrittrice e sociologa Lucia Stefanelli Cervelli : “La Scuola di Teatro diretta da Carmine Giordano, affrontando il tema della schoah, sottolinea ancora una volta la sua presenza civile e la sua doppia “presenzialità” sul territorio: guarda all’arte ma apre una visuale nella storia di ieri e di oggi, nella prospettiva di un futuro più consapevole della società, degli eventi e della loro portata”.
Con la lettura di documenti , testi e testimonianze gli allievi hanno affrontato il doloroso dramma della Shoah appunto per ricordarne l’efferatezza e fondarne una perenne memoria.
La “memoria” che rievoca la demolizione dell’uomo in una realtà che ha toccato il fondo. La Memoria di una condizione (in)umana, misera, impensabile proprio per l’offesa inferta ad un intero popolo nel folle proposito di annullamento razziale . E’ l’antisemitismo. Una vena malinconica pervade l’animo mentre si ascolta. Una malinconia spoglia, a tratti ripugnante per quel suo carico di domande, pronte a mettere a nudo lo spirito fino a scarnirlo, tenendolo al di qua dalla disperazione, ma facendolo vacillare nell’incomprensione di un odio irrazionale, incomprensibile, folle. Puro sterminio. Ed ecco apparire sulla schermata il testo di una canzone di Francesco Guccini, Il bambino nel vento…”Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello, eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento”. Occorre comprendere l’umiliazione, l’offesa, la degradazione dell’uomo e la sua soppressione. Serve ricordare quella orrenda realtà e meditare sulla polvere umana che ha riempito quei Lager.Proprio come è stato fatto in questa manifestazione. Una presa di coscienza capace di toccare gli animi e necessaria per farci stare in guardia.
“E’ dovere morale di noi tutti, un monito per le generazioni future ed un nostro diritto, quello della memoria”- afferma il dott. Giovanni Canfora, Presidente II Circoscrizione Lions Club che, come associazione, ha partecipato alla manifestazione. Ospite anche l’arch. Giacomo Vitale -Presidente Lions Club Sant’Anastasia Monte Somma-. Interventi e approfondimenti incisivi ed esortativi da parte dei Lions che si sono conclusi con le autorevoli parole dell’ Avv. Ermanno Bocchini -Past. Dir. Int. Lions Club International e Rappr. dello stesso presso il Consiglio d’Europa- :”Ciò che è stato detto in questa sala consiliare mi ha toccato molto. Gli interventi, le letture, l’arte, le immagini ci hanno trasmesso il senso profondo della “memoria” di quanto non deve più accadere”.
Un evento che ben rappresenta quale sia la realtà a cui bisogna aggrapparsi in questi tempi minati dall’oblio e dall’avida pigrizia mentale; “un’arma vincente” come esorta anche l’ass. alla Cultura Fortuna Parma.
Incise restano le immagini di quelle “scarpette rosse” . Mai più tante persone ed un unico grande silenzio.