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Redditi minimi, Campania maglia nera. Di Nardo: “intollerabile”

Di Nardo AnielloConsumi ai minimi storici, giovani senza lavoro costretti a vivere con famiglie che a loro volta sopravvivono con stipendi minimi. «Questa situazione è ormai intollerabile» a parlare è Nello Di Nardo, primo candidato in Basilicata nella lista per il Senato «Rivoluzione Civile» con Antonio Ingroia, il senatore uscente dell’Idv parla della sua esperienza come membro delle commissioni Ambiente e Agricoltura a Palazzo Madama nell’ambito di incontri con aziende lucane.

«In questi cinque anni – spiega Di Nardo – dalle fila dell’opposizione abbiamo condotto tante battaglie per la salvaguardia del territorio, per la tutela dell’agricoltura del Mezzogiorno, contro le continue aggressione delle società multinazionali. Le coltivazioni, l’allevamento e le produzioni di queste città sono il risultato di un lavoro che si tramanda da generazioni. Un patrimonio enorme che la crisi finanziaria di questi ultimi anni sta deteriorando ulteriormente, dopo l’aggressione economica messa in atto da scellerati imprenditori che hanno utilizzato queste terre solo per interessi personali».

 

Persone sane, oneste, che portano avanti valori indiscutibili sono messe ogni giorno a dura prova. Mancano le scuole, l’assistenza sociale, il servizio sanitario è ridotto ai minimi termini. «In cinque anni la famigerata casta non ha mai mosso un dito per ridimensionare i costi della politica, a nulla sono valse le nostre proposte di legge per contenere queste spese, troppo spesso inutili, un vero affronto alle tante famiglie che sono costrette a vivere con una pensione minima e insufficiente a vivere un’esistenza dignitosa».

 

«Questi territori rappresentano una grande risorsa – conclude Di Nardo – e non occorre fare dell’assistenzialismo, sono necessarie leggi che agevolano le imprese (quelle vere, che investono sul territorio e danno lavoro) e controlli serrati contro il furbetto di turno che cerca di depredare queste terre. Dobbiamo aiutare i giovani a valorizzare queste zone ed evitare che abbandonino le loro città».

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