Baronissi: bene confiscato al clan Forte diventa “Accademia dello Spettacolo”

Ebaronissira della camorra. Da domenica, invece, l’ultimo dei tre appartamenti confiscati al clan Forte ad Acquamela diventerà la casa dell’Accademia dello Spettacolo di Baronissi. Lo scorso anno fu l’arcivescovo di Salerno, Mons. Moretti, a benedire la conversione di altri due immobili confiscati alla criminalità organizzata in casa d’accoglienza per ragazze vittime del racket della prostituzione. Domenica mattina, alle 11.30, la consegna delle chiavi con il sindaco Giovanni Moscatiello, l’assessore alle Politiche Sociali Carmen Roma, il direttore dell’Accademia Gaetano Stella e gli allievi della scuola.
«La nostra Accademia fa teatro non fine a se stesso, ma inteso come strumento di comunicazione per inviare messaggi sociali e morali, offrendo così l’opportunità di far crescere i bambini e gli adolescenti – spiega il direttore – il teatro rappresenta un riscatto sociale per minori a rischio e fasce disagiate all’interno del percorso di reintegro e riabilitazione. Investire nella cultura, e quindi nella nostra Accademia,  significa investire nel progresso civile di questi ragazzi. Investire nella cultura significa avere una visione lunga, risvegliare la loro attenzione per l’impegno per un mondo migliore. Un mondo per loro più ricco di legalità, di diritti e di doveri».
Accanto alla nuova casa dell’Accademia, esattamente un anno fa, altri due appartamenti del clan Forte vennero trasformati in casa d’accoglienza con il progetto denominato A.LE.S.S.I.A.
A.le.s.s.i.a.  è un progetto di educazione alla legalità, coordinato dall’assessorato alle Politiche Sociali di Carmen Roma, attraverso il recupero di beni confiscati alle mafie  e la loro restituzione alla collettività  per fini sociali. Nato e realizzato con il sostegno dei giovani delle scuole e dell’associazionismo, le istituzioni e gli operatori del terzo settore e del volontariato e il contributo dei cittadini stranieri, è sostenuto e finanziato dalla  Fondazione con il Sud. I locali sequestrati alla malavita ed assegnati al Comune di Baronissi sono principalmente utilizzati per accogliere, proteggere e reinserire le donne maltrattate o vittime di violenza o sfruttamento.
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