imprenditore di Ercolano iscritto a un’associazione antiracket, complice dei trafficanti-spacciatori. C’è anche Vincenzo Cozzolino, imprenditore edile di Ercolano, vittima di estorsioni e socio di un’associazione antiracket e antiusura di Ercolano, tra i venti indagati ritenuti appartenenti o vicini ai clan camorristici Ascione-Papale, raggiunti all’alba da misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Dda. Ad
eseguire i provvedimenti, di cui 15 in carcere, due ai domiciliari e tre obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria, i carabinieri della Compagnia di Torre del Greco. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio e favoreggiamento personale. Le indagini sono state avviate il primo agosto del 2009 in seguito al tentato omicidio di Nunzio Galò che consentirono, nell’immediatezza dei fatti,
di risalire all’autore dell’agguato e di ricostruire la dinamiche dei fatti.In quell’occasione si riuscì anche a scoprire un’intensa attività di spaccio che ha portato, grazie a una serie di intercettazioni, di accertare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata all’acquisto, al trasporto e al commercio di cocaina, hashish e marijuana che operava in diverse zone di Ercolano e di Portici e che faceva capo a elementi di spicco degli Ascione-Papale. Accertati, inoltre, oltre 400 episodi di spaccio di sostanze stupefacenti. Cozzolino, l’imprenditore edile arrestato, è stato in passato vittima di estorsioni da parte sia del clan Birra che del clan Papale, ma le indagini hanno dimostrato che l’uomo era “comunque inserito nel sistema della droga organizzato – si legge in una nota del procuratore aggiunto, Rosario Cantelmo – dai Papale dai quali stabilmente si riforniva per alimentare il proprio giro di clienti”.
Mille euro al mese per tacere su chi gli aveva sparato: Ottenne uno ‘stipendio’ di 250 euro a settimana – circa mille euro al mese – per non rivelare ai carabinieri il nome della persona che gli aveva sparato:
protagonista della vicenda e’ Nunzio Galo’, un carrozziere indagato per favoreggiamento nell’ ambito dell’inchiesta contro lo spaccio di droga da parte del clan Ascione-Papale che ha portato oggi alla notifica di 17 ordinanze cautelari. L’episodio e’ ricostruito dal gip Paola Russo nel provvedimento emesso su richiesta dei pm Antonella Fratello e Pierpaolo Filippelli. Nunzio Galo’, che ha 40 anni, fu ferito il primo agosto
2009. Autore del gesto, hanno accertato gli investigatori, fu Vincenzo Cozzolino, di 42 anni, soprannominato ”Vicienzo ‘o killer” ed omonimo del Vincenzo Cozzolino, di due anni piu’ grande, che denuncio’ i taglieggiatori e testimonio’ contro di loro al processo conclusosi nei giorni scorsi con 20 condanne e due assoluzioni (entrambi sono stati arrestati oggi con l’accusa di spaccio di droga). Subito dopo avere sparato a Galo’, mosso a compassione, il
feritore lo carico’ in auto e lo trasporto’ all’ospedale Maresca di Torre del Greco. Quindi, grazie anche alla mediazione del suo omonimo, convinse il ferito ed i familiari di quest’ultimo a non rivelare l’ identita’ dell’attentatore; Galo’, infatti, riferi’ ai carabinieri di essere stato ferito da due sconosciuti nel corso di un tentativo di rapina. Le intercettazioni telefoniche e le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno invece
consentito di ricostruire l’accaduto. A Vincenzo Cozzolino gli inquirenti contestano dunque anche il tentativo di omicidio e il porto illegale di arma da
fuoco.