Gli agenti del Commissariato di polizia di Portici – Ercolano hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria Mohamed Gabriele Esposito Hallab, 18enne di Barra, e Giovanni Manzi, 20 anni, di San Giovanni a Teduccio, gravemente indiziati di rapina aggravata in concorso. All’indomani dei fermi dei rapinatori Maikol Petrone e del 17enne G.A., avvenuti il 18 febbraio scorso, responsabili di diverse rapine ad esercizi commerciali avvenute tra il comune vesuviano e la periferia continuato ad indagare sul fenomeno. Quando gli agenti hanno saputo di una rapina di cui era stato vittima il titolare di un bar di via Martiri di Fani, avvenuta il 20 febbraio, immediatamente hanno avviato un’intensa attività di indagine. L’esercente ha riferito che uno dei rapinatori, armato di pistola, quando ha visto che nella cassa vi erano solo 20 euro, in dialetto ha esclamato: “anche questa volta mi hai fatto … non mi hai fatto trovare niente”, particolare che ha convinto la polizia che almeno uno dei due avesse già partecipato ad una precedente rapina di cui era stato vittima lo stesso esercizio commerciale. L’evento delittuoso precedente si era consumato, infatti, il 22 gennaio scorso ed in quella occasione, presumibilmente, vi avevano preso parte anche Maikol Petrone e il 17enne G.A., particolare questo che fa ritenere agli investigatori che i quattro facciano parte di una banda che, in varie composizioni, aveva preso di mira le attività commerciali di Portici e della periferia orientale di Napoli. Gli agenti hanno visionato le immagini della videosorveglianza, sia interne che esterne, e sono riusciti a risalire all’identità dei due rapinatori. Quando il giorno dopo si sono recati presso l’abitazione di Esposito Hallab hanno notato che questi aveva addosso ancora la stessa tuta e le stesse scarpe che indossava al momento della rapina; stesso dicasi per Giovanni Manzi, il quale anch’egli indossava lo stesso tipo di abbigliamento della sera precedente. I due sono stati quindi sottoposti a fermo di polizia giudiziaria per rapina aggravata in concorso e tradotti al carcere di Poggioreale.