Elezioni: ombre sul voto a Torre Annunziata

ElezioniLa mano della camorra sul voto torrese: sono almeno sette le sezioni in cui avrebbero presenziato personaggi legati direttamente o indirettamente alla vita criminale locale.

Una notizia che se confermata alimenterebbe i dubbi sui metodi di scelta degli scrutinatori a opera della maggioranza partitica. Infatti, a ogni consigliere comunale è stata concessa la possibilità di scegliere, arbitrariamente, chi potesse o meno presenziare nelle sezioni elettorali, abdicando il sistema democratico per quello personalistico facendo ricadere sulle proprie scelte gli spettri di insopportabili favoritismi.

Seppur tale sistema sia legale, non garantisce però la limpidezza e le pari opportunità che la pubblica amministrazione dovrebbe garantire ai propri cittadini, dando così vita a un legame indissolubile tra politico e scrutinatore che serve semplicemente ad alimentare il dubbio di un voto “concordato”.

E’ proprio su quest’ultimo punto che le forze dell’ordine stanno indagando per fare chiarezza, concentrando l’attenzione sulle denunce, provenienti dai tanti cittadini recatisi nei seggi, o grazie ai controlli effettuati dalle stesse forze di polizia sui possibili legami familiari di alcuni scrutinatori coi clan camorristici oplontini.

Ci sono, infatti, un paio di casi che possono far storcere in il naso, come a esempio la presenza, secondo le fonti, in uno dei seggi della zona sud della città, della moglie di un noto pluripregiudicato del clan Gionta oppure, la partecipazione al personale elettorale di alcuni personaggi segnalati già negli anni precedenti per le loro relazioni con la criminalità organizzata.

E’ da queste segnalazioni che le forze dell’ordine hanno deciso di procedere alle indagini per far chiarezza sui “metodi” di voto, focalizzandosi non solo sull’accertamento di presunti legami tra scrutinatori e clan camorristici ma, soprattutto, sul perché i consiglieri comunali abbiano nominato persone legate in un modo o nell’altro alle organizzazioni criminali di spicco della città, invece che cittadini maggiormente meritevoli.

 

Marco Seppone

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