Senato: con il 37,38% la Campania va al centrodestra

Senato desertoSono 16 i seggi conquistati dal Pdl al cospetto dei soli 6 che spettano alla coalizione di centrosinistra che si è fermata al 29,03% (Pd 24,14% e Sel 3,04%). Inoltre con il superamento della soglia del 3% in regione. A Palazzo Madama il Pd verrà rappresentato da Rosaria Capacchione, Sergio Zavoli, Vincenzo Cuomo, Angelica Saggese e Pasquale Sollo. Dentro anche il capolista di Sel Giuseppe De Cristofaro.

Il Movimento 5 Stelle sfonda anche in Campania:  con il 20,72% dei consensi, grazie ai 543.371 voti raccolti in regione, ben cinque arriveranno in Senato. Sergio Puglia, Andrea Cioffi, Paola Nugnes, la casertana Vilma Moronese e Bartolomeo Pepe rappresenteranno Grillo a Palazzo Madama.

Tra le stanze del PD campano si respira un’ aria surreale, sospesa. Il segretario regionale PD Enzo Amendola ammette la propri amarezza con delle rapide dichiarazioni: “C’è molta amarezza, in Campania abbiamo perso, è innegabile – fa poi un mea culpa – Il risultato di Berlusconi e Grillo dimostra che c’erano altre aspirazioni che bisogna rispettare”. Poi commenta duramente anche il risultato di quello che, a tutti gli effetti, sembra essere stato il “primo nemico”, cioè il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: “Le aspirazioni del sindaco sono l’ultima cosa di cui mi interesso, stendiamo un velo pietoso sul risultato delle lista che ha appoggiato”

Di altro tenore invece le dichiarazioni del governatore della Campania Stefano Caldoro: “Ora inizia la battaglia per riportare il Sud al centro dell’agenda di governo e parlamento». Mentre lo spoglio è ancora in corso, Stefano Caldoro già tira le somme. Il presidente della Regione Campania esalta l’exploit del centrodestra – «ha vinto il gioco di squadra” e       rilancia: «Ora, al di là degli schieramenti, bisogna dialogare su problemi e soluzioni per il Mezzogiorno». Per quanto riguarda un accordo con i grillni: “Non sarà facile perché mi sembra che prevalga ancora la protesta più che la proposta. Dai grillini non ho sentito nessuna idea per il rilancio del Meridione. Riconosco comunque l’ottimo risultato ottenuto dal Movimento a cinque stelle, sarebbe ingiusto negarlo. E bisogna capire la domanda che sta in questa scelta.”

I 16 Senatori del Pdl saranno quindi: Silvio Berlusconi (capolista ma che rinuncerà), Francesco Nitto Palma, Alessandra Mussolini, Francesco Esposito, Cosimo Sibilia, Luigi Compagna, Vincenzo D’Anna, Antonio Milo, Lucio Barani, Riccardo Villari, Domenico De Chiano, Mauro Giovanni, Ciro Falanga, Giuseppe Compagnone, Eva Longo, Pietro Langella.  Il PDL in Campania ha vinto anche senza il suo cavallo di razza, l’onorevole Nicola Cosentino: gli anatemi che l’ex coordinatore campano del PDL aveva lanciato su Caldoro, in occasione della sua ultima conferenza stampa, non hanno avuto seguito. Sembrano invece aver pesato i 55 nomi che sono passati dall’ UDC al PDL, come lo stesso Cosentino aveva annunciato in una nota: “Sono ben 55, tra consiglieri e amministratori dell’Udc di Napoli e Provincia, a passare in un sol colpo nelle fila del Popolo della Libertà – ha spiega in una nota Cosentino. Si tratta di un folto gruppo di consiglieri provinciali, assessori e sindaci che lasciano per aderire al Pdl, in polemica con i criteri seguiti dal loro partito nella composizione delle liste elettorali, ma soprattutto per dire no alla candidatura a Premier di Mario Monti e alla prosecuzione della sua agenda di tasse e tagli indiscriminati. In totale si tratta di 55 tra consiglieri ed amministratori, tra i quali un assessore e sette consiglieri provinciali e numerosi consiglieri comunali dell’ area vesuviana”. Ad onor del vero gli amministratori che hanno lasciato dal partito di Casini, con in testa il neo senatore Langella, hanno perorato la causa del PdL dichiarandosi da subito indipendenti avendo fondato il Movimento Popolare Campano, nuovo soggetto politico regionale.

Tra gli eletti “a cinque stelle” ci sono anche attivisti delle lotte ambientali, che, almeno ci si augura, porteranno in Parlamento le istanze di queste terre, mai rappresentate davvero dai politici di professione.

  Mario De Angelis 

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