Si può fare di più. Sì, si può fare; ma cosa si può fare?
Certo si può raccontare al mondo del proprio “posto del cuore”, del proprio desiderio di recuperarlo, di tirarlo fuori dall’oblio perché quello è il luogo dell’anima, è lo scrigno che custodisce percorsi di memoria comune, è l’utopia di vite sospese.
E quando nel maggio 2012 parte la campagna per il censimento de “ I Luoghi del Cuore” lanciata dal FAI – Fondo Ambiente Italiano, i torresi cominciano a fare di più. Segnalano, indicano, raccontano, fotografano.
Le prime segnalazioni arrivano per 2 siti dismessi all’interno del complesso dello “Spolettificio”:
- Antico Edificio della Real Fabbrica d’Armi;
- Spolettificio – Dopolavoro con sala cinema.
Al diffondersi della notizia alcuni cittadini, già riuniti in comitato, cogliendo al volo l’occasione, si affrettano a fare un’ ulteriore segnalazione:
- Capo Oncino, che versava in condizioni di assoluto degrado.
Alla lista in poco tempo si aggiungono:
- Isola di Rovigliano – Petra Herculis;
- Villa Oplonti;
- Spiaggia Salera;
- Marina del Sole;
- Stazione Ferroviaria di Torre Annunziata Città;
- Centro Storico;
- Quadrilatero delle Carceri.
Parte, quindi, la raccolta di firme a sostegno delle segnalazioni e, nella graduatoria finale i “Luoghi del cuore” di Torre Annunziata figurano al:
51° posto con 4.889 voti Antico Edificio della Real Fabbrica d’Armi
54° posto con 4.457 voti Spolettificio – Dopolavoro con sala cinema
73° posto con 2.847 voti Villa Oplonti
74° posto con 2.782 voti Capo Oncino
179° posto con 362 voti Isola di Rovigliano – Petra Herculis.
Questo risultato reclama innanzitutto pubblici ringraziamenti a tutti coloro i quali hanno contribuito alla buona riuscita dell’iniziativa a Torre Annunziata. E’ del tutto evidente che dietro ognuna delle firme apposte c’è l’impegno, la responsabilità, la passione di donne, uomini, giovani e ragazze emotivamente coinvolti in empatia con la città, con in testa un’ idea inconfutabile: il futuro di ciascuno di noi mette radici nella storia e nei luoghi di questo paese. Non c’è da sbagliarsi.
Come non c’è da sorprendersi, o forse sì, del fatto che l’amministrazione abbia aspettato fino a questo momento per cogliere le opportunità che offre il territorio. Su questo territorio al quale sentono di appartenere, le persone, a partire da oggi, intendono vigilare costantemente, senza nulla delegare, perché non è più tempo di scempi e di abbandoni. Ma nemmeno di promesse lasciate ad aspettare, di progetti ridestati solo per tornate elettorali. Qualcuno – ma forse sono in tanti – pensa che il nostro sia diventato un paese di cittadini veri.