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Il Papa lascia con la forza delle dimissioni

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Scrivo in ritardo, ma in tempo (ed è un caso) per raccontare un’emozione. Da poche ore, alle 17, Joseph Ratzinger, da ex Papa ha lasciato il Vaticano e si è trasferito a Castel Gandolfo. Sono impegnato ad alcune centinaia di metri dal Vaticano e provo a guardare, a curiosare, inventando pause nel lavoro.

È emozionante, ma “quello che si vede” non è ora, in quel luogo. La percezione laica dell’eccezionalità è nel vedere un fatto che (immagini) cambierà la storia, non solo della Chiesa.

Il Papa che si dimette “per il bene della Chiesa”, quando aveva già spiegato che “divisioni” non fanno altro che “lacerare la Chiesa”, è il Papa che rivoluziona in modo radicale ciò che non è stato possibile cambiare in troppo tempo con potenti strumenti quali “mediazioni”, “raccordi”, “convergenze”, “alleanze”.

Un vocabolario già usato e abusato nella politica oltre le mura Vaticane e che invece, come ha solennemente ”reso noto” Benedetto XVI, era in uso anche nel perimetro Vaticano.

La forza della testimonianza teologica di Ratzinger è nell’aver ricondotto la Chiesa, ispirata a Cristo, ad una attività umana dove anche l’azione del Papa non è più “strumentalmente infallibile”. Paragonare il comportamento umano del Papa al Cristo che si è fatto uomo è a dir poco banale. Il priore della comunità monastica di Bose, Enzo Bianchi, lo ha spiegato con una profonda riflessione sulle dimissioni del Pontefice, rispondendo anche ad alcune superficiali “uscite” della prima ora, del tipo “Cristo non si è dimesso dalla Croce”.

Il “bene della Chiesa” il Papa lo ha fatto in un modo inusuale per la Curia romana. Lo ha fatto con le dimissioni. Un potentissimo strumento che ha ridimensionato (speriamo parecchio) il potere temporale degli apparati ecclesiastici, troppo spesso ispirati ad un “Cristo ad personam”.

Il Papa ha fatto il Papa, fino in fondo.  Ha servito la Chiesa di Cristo (quello autentico della Croce). Alla parola “dimissioni” ha abbinato il “bene”. Sconvolgente! Quando, prima d’ora, nella storia dell’umanità quella azione è stata finalizzata al bene.

“E adesso bisogna fermare il contagio…”, confidò al “Corriere della Sera” un monsignore definito “uno degli uomini più in vista della Curia”. Non credete, invece, che il “contagio” debba diffondersi, eccome, anche oltre il Vaticano, questa volta “per il bene dell’Italia”?

Antonio Irlando

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