La morte del giovanissimo Gabrile Caccavale, ha gettato un’ombra di tristezza sulla cittadina mariana. La notizia della prematura scomparsa, avvenuta nel corso di una partita di calcio, ha sconvolto l’intera cittadinanza. “Non si può morire cosi, a 16 anni”, questa la frase ricorrente ripetuta dai più. E come non essere d’accordo? La tragedia di Gabriele si è consumata domenica 3 marzo alle ore 20.00 circa. Teatro della triste vicenda è stato il campetto da calcio della Parrocchia S.S. Salvatore di Pompei. Doveva essere una partita come tante, nulla lasciava presagire la tragedia che da li a poco si sarebbe consumata. Il ragazzo, secondo la ricostruzione dei fatti, avrebbe giocato solo i primi 5 minuti delle partita. Poi, si sarebbe allontanato per andare a bere dirigendosi verso la vicina fontana. Ma Gabriele, non avrebbe mai più rimesso piede in campo. Si è accasciato al suolo, morendo, colpito da un malore inspiegabile ed inaccettabile. Arrivati sul posto, i familiari hanno dichiarato che il loro ragazzo non soffriva di problemi cardiaci. E monta in queste ore anche la polemica sui soccorsi il cui intervento, a detta di alcune testimonianze raccolte, non sarebbe stato tempestivo. Pare che il ragazzo sia rimasto a terra alcuni minuti agonizzante. L’ambulanza avrebbe impiegato un pò di tempo ad arrivare sul posto. Anche i genitori del ragazzo si interrogano sulla tempistica dei soccorsi. Forse, un minuto di attesa di troppo, potrebbe essere stato fatale per Gabriele? Su questo, la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, ha aperto un’inchiesta per appurare eventuali responsabilità. Il corpo del ragazzo, al momento, si trova presso l’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia in attesa di autopsia disposta dal magistrato. L’obiettivo è quello di appurare le cause del decesso. Stamattina le testimonianze raccolte in città, erano tutte di profondo affetto e vicinanza alla famiglia Caccavale, conosciuta da molti. Diverse sono state le mamme che hanno espresso solidarietà ad un’altra mamma, quella di Gabriele, che si trova in queste ore a vivere il più atroce fra i dolori. Nessun genitore vorrebbe mai sopravvivere al proprio figlio. E’ un dolore grande, troppo, incommensurabile, che mai potrà essere metabolizzato del tutto. Una famiglia intera, la cui esistenza è cambiata per sempre. “Non si è mai preparati ad un dolore simile” questo il commento riferito da un’anziana cittadina pompeiana, vicina di casa di alcuni zii dello scomparso. Tante le testimonianze d’affetto di amici della vittima. Tutti hanno descritto Gabriele come un ragazzo dolce dal carattere mite. Appassionato di sport (gli stessi genitori del ragazzo sono due insegnanti di educazione fisica), il ragazzo si trovava domenica sera su quel maledetto campetto proprio per disputare una partita fra amici. Molti di essi erano stamattina in piazza, nei pressi della Casa del Pellegrino. Commentavano la vicenda, esprimevano ricordi affettuosi in memoria del loro amico. Un ragazzo di 16 anni che, la vita, ce l’aveva tutta davanti. “Gabriele era un ragazzo pulito, sensibile” questo il filo conduttore dei tanti ricordi raccolti stamattina. E come poter pensare il contrario? Un viso, quello di Gabriele, che esprime tutta la spensieratezza di quei 16 anni, troppo pochi davvero, davanti ai quali il destino non si è arrestato. La città tutta è vicina alla famiglia di Gabriele. Un ragazzo come tanti, tradito da un infame destino.
Marianna Di Paolo