“Immediata bonifica dell’approdo borbonico di Villa Favorita a Ercolano” : a tornare con decisione su una questione mai risolta in città l’esponente del PDL Aniello De Rosa che senza mezzi termini punta il dito sull’estremo temporeggiare di un governo locale sempre più distante dalle reali problematiche comunitarie. “ E’ una vergogna che dopo decenni di denunce pervenute alle autorità competenti anche attraverso programmi televisivi nazionali – ha precisato De Rosa – ad oggi nulla si sia fatto per mettere in sicurezza, sotto il profilo anche igienico sanitario, un’area dalle potenzialità produttive enormi. Pensiamo ad un mercatino ittico caratteristico , a un porticciolo dove consentire ai pescherecce ercolanesi di ormeggiare senza dover penosamente chiedere asilo alla vicina Portici o a Torre del Greco. Occupazione, rilancio economico , incentivo turistico : questo l’approdo borbonico di Villa Favorita dovrebbe rappresentare per il paese. Ci chiediamo in nome di quale logica chi governa la città consenta un talo sfacelo : faremo quanto in nostro potere perché si affronti la vicenda in sede consiliare onde stabilire anche eventuali responsabilità oggettive ed eventuali inadempienze da parte di chi istituzionalmente è preposto al controllo delle risorse pubbliche indigene”. Forti i toni di De rosa che da sempre, in qualità prima di medico e poi di politico, ha evidenziato la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica sul rispetto delle norme igienico sanitarie basilari con particolare riferimento al mondo scolastico. Proprio i bambini e gli anziani sarebbero maggiormente esposti a malattie virali favorite dal penoso stato di abbandono in cui verserebbe buona parte dell’area marcatale non che lo stesso approdo di Villa Favorita. Ancora polemiche , ancora nei all’interno di un’amministrazione comunale che proprio non convince pur essendo questa volta guidata da un ercolanese doc, Vincenzo Strazzullo, forse un po’ troppo allo scuro delle reali carenze quotidiane di una delle oasi urbane più rappresentative dell’hinterland vesuviano.
Alfonso Maria Liguori