L’autopsia, disposta dal magistrato incaricato, farà luce sulle cause del decesso di Gabriele Caccavale, il sedicenne scomparso domenica
Un malore all’apparenza inspiegabile e la volontà di vederci chiaro sulla causa del decesso di Gabriele Caccavale. Questo è quanto si aspettano in tanti ed in primo luogo la famiglia del 16enne, deceduto domenica 3 marzo, nel corso di una partita fra amici, presso il campo si calcetto della parrocchia S.S. Salvatore di Pompei. Un appuntamento con i compagni di sempre che, in pochi istanti, si è trasformato in tragedia. Solo cinque minuti di partita disputati, e poi, la decisione di uscire dal campo per raggiungere la vicina fontana e dissetarsi. Attimi terribili di una sequenza indelebile, impressa per sempre negli occhi dei testimoni. Gabriele, si accascia, vicino ad una panchina, colpito da un malore infame ed inaspettato. I genitori hanno da subito riferito che il loro figlio, non soffriva di disturbi cardiaci. E allora di cosa è morto Gabriele? Quale la causa di una perdita tanto incommensurabile quanto fulminea? A queste domande, che sono quelle più ricorrenti fra l’opinione pubblica nelle ultime ore, cercherà di dare risposte chiare l’autopsia sul corpo prevista per oggi. Sul caso di Gabriele Caccavale è stato aperto un fascicolo dalla magistratura della procura di Torre Annunziata. Per tutte le indagini e gli accertamenti sono stati incaricati i carabinieri della stazione di Pompei coordinati dal comandante Tommaso Canino. La famiglia di Gabriele attende delle risposte. Anche se nessuna di esse potrà mai essere plausibile per una giovane vita spezzata. E intanto, in queste ore, montano anche le polemiche sui soccorsi. Secondo alcune testimonianze riportate agli inquirenti, pare che Gabriele sia rimasto sull’asfalto, per circa quindici minuti, prima che arrivassero i soccorsi. Qualcuno, però, ha riferito che da subito le funzioni vitali del ragazzo erano apparse debolissime, prima ancora che arrivasse l’autoambulanza. Ad essere chiamato in causa, dunque, è il 118 che, a sua volta, respinge le accuse riferendo che al massimo i minuti impiegati per giungere sul posto sono stati dieci. Nel mirino delle indagini, quindi, ci sono anche i tempi del soccorso. Sarà la magistratura ad appurare eventuali responsabilità. Per ora, c’è solo una famiglia, chiusa nel proprio dolore, che ieri è stata abbracciata dall’intera città in occasione della fiaccolata in memoria di Gabriele. Nel pomeriggio di ieri anche mons. Caputo, Vescovo di Pompei, era stato a casa Caccavale per esprimere personalmente alla famiglia del ragazzo la sua vicinanza spirituale e condividere il loro dolore. Un mare di gente, (circa 5mila), per dire tutti insieme “Gabriele vive!” una frase breve ma autentica, pronunciata con il cuore e accompagnata da uno scrosciante applauso. Ora si attendono i tempi dell’autopsia. Solo quando il medico stilerà il referto e lo consegnerà al magistrato, si avrà il dissequestro della salma e i funerali di Gabriele potranno essere celebrati.
Marianna Di Paolo