Pompei, chiusura negozi: è allarme

Situazione di seria emergenza per l’imprenditoria del centro cittadino. In una sola settimana, hanno chiuso altri due negozi. Cessazioni d’attività anche per fine mese.

via romaI negozi del centro chiudono. Non tutti, ma molti di essi hanno abbassato la serranda, definitivamente. Questa è la drammatica situazione della Pompei centro. In una settimana, ben due negozi hanno chiuso (Barracuda e Body Blitz di via Lepanto). Cessazioni d’attività che si sommano alle tante altre registrate negli ultimi mesi (Blue Spirit, Geox, Lolita, NKI a via Roma, bar Future a via Plinio). Questi, sono solo alcuni dei negozi la cui fine attività  è, oramai, cosa fatta. Una situazione che delinea, ogni giorno di più, l’immagine di una città fantasma. Ma sembra che il bollettino di guerra sia destinato a crescere ancora. Per fine mese, infatti, chiuderà anche Fergi a via Roma: un intero marciapiede rimarrà quasi completamente privo di negozi. Chiusure allarmanti e inevitabili. Gli incassi sono troppo esigui, i costi di mantenimento ci sono e non diminuiscono (semmai aumentano), ed il dado è tratto: bisogna chiudere. Dinnanzi ad una simile ed oggettiva situazione, ci s’interroga sulle cause all’origine del problema. Tante, diverse, generali e particolari. Generali, perché la difficile congiuntura economica del momento storico coinvolge l’intero paese e, a più livelli. Particolare perché, se ci si riferisce a Pompei, l’allarme era stato lanciato, mesi fa, dalle associazioni di categoria (Confesercenti, Confcommercio, Adap e Cidec). E ad essere chiamata in causa era stata l’amministrazione comunale ed una serie di provvedimenti da essa approvati che avevano ulteriormente gravato sull’imprenditoria del centro, già in sofferenza. Diversi sono stati i confronti fra l’Amministrazione e le sigle di categoria. Tavoli, più o meno concertati, durante i quali i commercianti del centro avevano presentato una serie di punti per favorire il rilancio dell’economia cittadina. Diverse proposte fra le quali era stata sottolineata la situazione di piazza Immacolata, dove è impedito il parcheggio ad auto e pullman per la presenza di piloni in cemento. Un’area che in passato, con i suoi posti auto, garantiva una boccata d’ossigeno ai negozi. Questa, era una delle priorità opportunamente segnalata all’amministrazione, anche perché la stessa aveva chiesto di avere in esame le problematiche più urgenti. E quella di piazza         Immacolata era ed è tuttora, una  delle priorità.  Ma la risposta in merito è stata incontrovertibile: la piazza non sarà riconvertita ad uso parcheggio. Una stangata per il centro cittadino se si considera che i posti auto sono insufficienti e il sistema di parchimetro non prevede la frazione d’ora, così come in altri comuni limitrofi. Una situazione dunque, che non invoglia la sosta, ma piuttosto la scoraggia, a favore di altri luoghi. Chi non trova parcheggio oppure è costretto a pagare 1€ anche per mezz’ora va altrove. Un’emergenza, quella dell’imprenditoria del centro cittadino, che nelle settimane scorse, a fronte di risposte evasive dell’amministrazione comunale (arrivate a mezzo di mail in alcuni casi), aveva portato a forme di protesta pacifica di commercianti e cittadini. Manifestazioni, alle quali aveva preso parte anche una larga fetta dell’opinione pubblica. L’economia in difficoltà del centro cittadino non è oggetto di confronto esclusivamente fra amministrazione comunale, imprenditori e sigle di categoria. Molti cittadini partecipano al dibattito perché sono preoccupati per una città che si svuota ogni giorno di più. Tante persone non amano vedere una Pompei che diventa l’ombra di se stessa. I negozi li vorrebbero contare da aperti e non da chiusi. E la Cartiera in tutto ciò? La cittadella del commercio super concentrato che peso ha avuto sull’economia del centro? Devastante, normale, nessuno, a seconda delle opinioni. Su una cosa però sono d’accordo un bel po’ di persone. Bisognava garantire le giuste condizioni per una corretta competitività fra le due realtà commerciali. A fronte dei quasi 2000 posti auto gratuiti del centro commerciale, si poteva almeno rendere più agevole in parcheggio nel centro cittadino. La questione, insomma, è davvero delicata e le future decisioni dell’amministrazione potranno essere davvero cruciali per la ripresa, o per l’aggravamento, della situazione dell’economia del centro storico. Allo stato attuale, un’unica certezza: prestare un’attenzione particolare al centro cittadino, che vive una seria difficoltà, non significa essere egoisti. Significa dare priorità ad una situazione che precipita ogni giorno di più.  Nel contempo, ci sarà modo e maniera per accogliere le istanze e le proposte di tutti, periferie comprese. Partire dal centro cittadino, è una priorità per salvare non solo dei negozi ma anche l’intera memoria storica che diventa, giorno dopo giorno, sempre più sbiadita. Pompei, tutta non può più aspettare e la chiusura, quasi quotidiana dei negozi, lo dimostra.

Marianna Di Paolo

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