Era il mese di dicembre 2012 quando entrato nelle stanze del Santuario Mariano di Pompei, tra un volume ed un oggetto sacro, mi saltò agli occhi un cartello. In una bacheca dove troneggiava la scritta “Gli oggetti venduti non possono essere sostituiti” era stata aggiunta anche un’altra tabella che recava, ben marcata, la tragicomica scritta “Tutti gli oggetti sono già benedetti”. Mi sembrò veramente troppo.
Una scritta per rassicurare i fedeli-clienti che non stavano solo comprando un immagine sacra, un ricordo per una devota visita dettata dalla fede, ma da buoni fedeli, stavano comprando una ben confezionata benedizione da portare a casa. Da un lato una sorta di indulgenza che avvolgeva solo i prodotti venduti nel tempio con un aura di fede che ne moltiplicava il valore. Dall’altro un invito ad andare sereni verso casa, quasi un deterrente per chi avesse voglia di rientrare nel santuario per ricevere una “classica” benedizione. Pur non essendo un assiduo praticante del culto cristiano, rimasi particolarmente deluso da Santa Romana Chiesa che, forse per la stupidità di qualche suo rappresentante, mi faceva, ancora una volta, letteralmente cadere le braccia. Nella parte finale dell’articolo che titolammo “Benedetti made in China”, mi rivolsi al nuovo Vescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, che proprio in quei giorni si insediava. A lui mi rivolgevo augurandomi di parlare non tanto ad un freddo commercialista in abito talare, quanto ad un vero pastore di anime per chiedere la rimozione di quella scritta “…a mezzo tra la venialità e pubblicità subliminale.
Ebbene, nei giorni scorsi, sono rientrato in quelle sale e con somma soddisfazione ho notato che la tabella delle pseudo indulgenze liofilizzate è stata rimossa, mi auguro già da tempo, e che nella bacheca, oltre a “oggetti venduti che non possono essere sostituiti”, all’adesivo delle carte di credito accettate e ad una precisa tabella multilingua su ciò che è vietato fare nelle sale del santuario, campeggia, questo sì degnamente, anche un manifesto sugli appuntamenti liturgici pasquali. In conclusione, non sappiamo se la scritta è sparita a seguito di quanto pubblicammo sul nostro giornale o se a rendersi conto di quanto fosse “brutta” sia stato in maniera autonoma il nuovo Vescovo. In ogni caso siamo soddisfatti per la sparizione della tabella e ci rivolgiamo nuovamente a mons. Tommaso Caputo al quale saremo felici di proporre un’ intervista per parlare di Pompei e di tutto il territorio vesuviano che da sempre ha nel santuario mariano un punto di riferimento e fede.
Gennaro Cirillo
Di seguito il link all’articolo di dicembre: