Udienza movimentata al processo per il fallimento della societa’ di navigazione Deiulemar, di Torre del Greco, che ha assorbito i risparmi di oltre 13mila persone per la maggior parte residenti nella cittadina partenopea. Il danno provocato dal dissesto della compagnia si aggira attorno agli 800 milioni di euro. Per assistere al processo che vede imputate 6 persone, numerose persone sono arrivate oggi a Roma a bordo di pullman per partecipare all’udienza. La loro rabbia e’ esplosa quando, dopo che il presidente del Tribunale Laura Di Girolamo aveva rivolto l’invito a limitare le costituzioni di parte civile per non allungare i tempi del giudizio, sono stati anche informati che il processo veniva rinviato all’8 maggio prossimo perche’ erano irregolari le notifiche. Numerosi cartelli di protesta con scritte del tipo “Il patrimonio accumulato dai nostri padri l’avete distrutto”; “Altro che Parmalat dal Vesuvio su Torre del Greco si e’ abbattuto il diluvio”. Bancarotta fraudolenta, truffa e violazione delle leggi tributarie sono i reati contestati agli armatori Angelo, Pasquale e Micaela Della Gatta, Giuseppe Leonardo Lembo e Giovanna Iuliano. Il processo e’ stato trasferito a Roma perche’ tra le persone danneggiate c’e’ anche un giudice campano.
Per tutti i reati contestati sono di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, truffa e delitti tributari. In aula erano presenti diverse vittime del raggiro giunte a Roma in prevalenza da Torre del Greco dove risiedono gran parte dei truffati. Il processo e’ stato trasferito a Roma per competenza poiche’ uno delle vittime e’ un giudice campano e lo scorso ottobre sono stati sequestrati agli imputati beni per oltre 40 milioni di euro. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini la Deiulemar aveva emesso negli anni obbligazioni al portatore irregolari promettendo ai risparmiatori interessi che andavano dal 7 al 15 per cento. Secondo l’accusa gli ottocento milioni di euro sottratti ai tredicimila risparmiatori sarebbero finiti in investimenti personali per acquisti di beni mobili e immobili. Si tratta di appartamenti, palazzine, negozi acquistati in Italia e in paradisi fiscali. All’esterno del tribunale di piazzale Clodio oltre cento persone hanno protestato chiedendo giustizia. “Il patrimonio accumulato dai nostri padri l’avete distrutto facendo i ladri”, “Altro che Parmalat. Dal Vesuvio su Torre del Greco si e’ abbattuto il diluvio” sono alcuni dei cartelli esposti dai manifestanti. “Ci troviamo difronte – ha detto l’avvocato Antonio Cardella che rappresenta duemila vittime – ad un processo di una complessita’ notevole sia per le dimensioni del crac, parliamo di ottocento milioni di euro, sia per il numero delle persone truffate, circa tredicimila, e per l’incidenza che ha avuto sul territorio di Torre del Greco, dove vive l’85% delle vittime. Una vicenda che ha chiaramente messo in ginocchio l’economia cittadina”. “Il giudice – ha concluso l’avvocato Cardella – ha fatto un appello affinche’ si limitino le costituzioni di parte civile per evitare che il processo vada avanti con complicazioni di notifiche poiche’ e’ chiaro che piu’ persone ci sono piu’ si rallenta”.