Non taglia il traguardo di un anno l’amministrazione trecasese guidata dal sindaco Salvatore Brancaccio.
E notizia di questa mattina, ma qualche “rumors” si era già palesato nella tarda serata di ieri e lungo tutta la nottata: sei consiglieri comunali hanno infatti ratificato le proprie dimissioni, sfiduciandodi fatto il sindaco che in questo modo non ha i numeri per poter proseguire l’avventura amministrativa a Trecase.
Le firme depositare in comune questa mattina sono quelle di Giancarlo Cirillo, Vincenzo Erbetta e Raffaele Izzo, rappresentanti della minoranza, Izzo era stato il candidato sindaco in opposizione a Brancaccio, mentre ad essersi allontanati dalla maggioranza i consiglieri di centrodestra Salvatore Napodano, Vincenzo Cirillo ed, appunto, l’ormai ex vicesindaco Raffaele De Luca.
La strada che ha portato alla prematura rottura in maggioranza e alla inevitabile caduta di Brancaccio prende le mosse dall’ultima tornata elettorale per le politiche. Ad essere candidati, infatti, in due schieramenti differenti il sindaco e il vicesindaco trecasesi: Brancaccio con l’UdC e De Luca con il PdL.
A questo punto, quanto meno con intempestività, sembra che il primo cittadino abbia provato a ridimensionare a livello locale De Luca, ricordando tanto quei calciatori che entrano a gamba tesa con il più classico dei falli da frustrazione.
De Luca dal canto suo riusciva a trovare una quadra per fare lo sgambetto al sindaco e il resto è cronaca di questa giornata ai piedi del Vesuvio.
Forse l’errore di Brancaccio è da ricercare a monte. Forse in una cittadina come Trecase due candidati in corsa per Roma sono davvero troppi con l’unico risultato di rubarsi voti a vicenda, inevitabili dopo i confronti, non proprio esaltanti per chi si trova tra le mani un fallimento.
Ora non resta che aspettare il commissario prefettizio e sperare di non arrecare ancora danni ad un paese che proprio non ne ha ulteriormente bisogno.
Ivan di Napoli
Ormai lontani, anche se a meno di un anno fa, i momenti dell’intesa e della comune vittoria tra Brancaccio e De Luca