Atteso con timore degli interessati già da qualche giorno arriva anche a Vico Equense l’onda del Decreto Monti n. 235/2012, che sancisce la sospensione dalle cariche elettive per chi si è macchiato di reati che vanno dall’associazione mafiosa o dal traffico di stupefacenti fino all’abuso d’ufficio. Il reato contestato a Giovanni Starace, eletto alle ultime amministrative nell’UDC e sospeso per 18 mesi dalla carica di Consigliere Comunale per effetto del Decreto, è legato a una storia di pratiche atte a favorire un abuso edilizio nell’area collinare di Vico Equense, reato per il quale si è visto affibbiare, nel luglio 2011, in primo grado, ben un anno e sei mesi di reclusione dal Tribunale di Torre Annunziata.
La notifica della sospensione, trasmessa dalla prefettura di Napoli, è arrivata il 7 marzo sulla scrivania del Presidente del C.C Matteo De Simone, il quale ha già provveduto a inviarne copia a tutti i suoi colleghi consiglieri.
Il provvedimento è stato accolto come un getto di acqua fredda dalla maggioranza al governo della città, nonostante sia una atto dovuto. Non sono ancora uscite dichiarazioni ufficiali da parte di maggioranza e opposizione, ma gira insistente la voce che il Comune intende fare ricorso, anche se la sospensione, a rigor di legge, sembra essere assolutamente irrevocabile. Di questo parere è Antonio Cioffi che dovrebbe subentrare a Giovanni Starace in quanto primo dei non eletti nell’UDC cittadina. Una volta arrivata la notifica del Prefetto, Cioffi entrerebbe di diritto nell’Assise in qualità di Consigliere. Il Consiglio Comunale in quanto organo istituzionale non ha alcun potere di veto e avrà solo l’onere, sic et simpliciter, di prendere atto della sospensione e ratificarla.
Per la prima volta, dunque, arriva un provvedimento giudiziario con effetti tangibili che mette in discussione la legittima presenza degli eletti nel Consiglio Comunale di Vico Equense. C’è da dire che le condanne in primo grado piovute sugli amministratori locali non si limitano a un solo consigliere comunale. Sullo stesso Sindaco Gennaro Cinque, infatti, sempre per opera del Tribunale di Torre Annunziata, grava una sentenza di primo grado che, nel giugno dell’anno scorso, lo vede colpevole di abuso d’ufficio per una pratica di abusivismo edilizio nella frazione di Patierno e una condanna a nove mesi di reclusione. Il Sindaco si è sempre detto fiducioso nella magistratura in quanto non ha mai fatto gli interessi degli abusivisti. Secondo le sue affermazioni la sentenza è arrivata per l’imperizia della difesa, con studio a Napoli, che ha provocato ritardi tecnici nella trasmissione degli atti e la sua estraneità ai fatti cerrà inequivocabilmente a galla nei gradi successivi di giudizio. Comunque Cinque, al momento, non è stato raggiunto da alcun ordine di sospensione del mandato, benché qualcuno giuri che tra qualche tempo la scure di Monti si abbatterà anche sul suo capo.
Sfugge invece alle minacce di sospensione Matteo De Simone, imputato a suo tempo per aver dichiarato il falso in una relazione nella quale si affermava l’esistenza di una strada nella frazione di Massaquano, mentre in realtà si trattava di un semplice sentiero pedonale di campagna. L’esito della relazione di De Simone ebbe l’effetto di trasformare, abusivamente, il sentiero in una strada vera e propria, lunga 24 metri e larga 3, di accesso a una proprietà e comodissima per il passaggio di qualsiasi automezzo. Il reato risulta di una certa gravità in quanto De Simone, all’epoca era un tecnico del Comune e la sua relazione arrecò un danno al comune stesso. Ma, il suo reato, pur avendo De Simone sulle spalle una condanna del Tribunale di Torre Ann.ta in primo grado a 6 mesi di reclusione con la condizionale, non rientra tra quelli che prevedono la sospensione e il Presidente del Consiglio rimarrà al suo posto.
Maria D’Ordia