Pomigliano d’Arco: Vivere nella cultura della legalità

pomigliano scuolaMartedì 13 marzo, presso la scuola media Catullo, si è tenuto un importante evento inserito nell’ambito di un progetto che punta ad avvicinare i più piccoli alla cultura della legalità. Tale iniziativa, sostenuta vivamente dal Dirigente Scolastico Prof.  Mario Del Prete, trova la sua genesi dall’incontro avvenuto un pò di tempo fa con il giudice Vincenzo d’Onofrio,  pm della Dda di Napoli. Tale incontro ha entusiasmato sia i più piccoli che i più grandi incoraggiandoli alla creazione di questo progetto nonostante abbiano riconosciuto che impiantare la cultura della legalità non è semplice perché in molti  di questi bambini è presente una contraddizione, illegalità significa per loro sopravvivenza.  Hanno partecipato attivamente alle iniziative della scuola altre istituzioni locali come il Comando della guardia di Finanza di Casalnuovo, la stazione dei Carabinieri e il comando vigili di Pomigliano. Puntuale il vescovo di Nola,  Mons. Beniamino De Palma che non ha fatto mancare la sua presenza e la sua testimonianza e il suo incoraggiamento.  Nell’introduzione  il Preside non poteva far mancare il richiamo al ruolo delle istituzioni scolastiche: “Ecco che qui deve entrare in gioco la scuola che rivendicando il ruolo di presidio di formazione e di legalità non può fare a meno, goccia dopo goccia, che fare acquisire loro questa cultura della legalità. Non si tratta solo di interiorizzare regole, ma bensì di atteggiamenti. Una buona prassi quotidiana per una buona vita”.  Ha continuato poi facendo riferimento alla sua scuola, L’istituto Comprensivo Catullo che: “ accoglie i bambini sin dalla materna per arrivare alle medie, un arco di tempo abbastanza dilatato che può permetterci di non fermarci oggi a parlare di legalità e pensare che il più è fatto perché bisogna parlare di buone prassi, ma sopratutto praticare la legalità, tutti i giorni; a scuola, a casa, per strada; insistere sul comportamento.” Lo stesso ha fatto riferimento alle tante sfaccettature della legalità, dalla tutela dell’ambiente alla qualità della vita stessa e a questa fase storica che si aprendo che è sconcertante.  Che bisogna trasmettere i valori affinché i ragazzi si formino correttamente anche con  percorsi di recupero e informazione-formazione sulla genuina cultura popolare, insita nel loro Dna. “È bello vedere che il semplice suono di una tammorra susciti loro emozioni, senso di appartenenza.”  Conclude il suo intervento affermando che bisogna far capire ai giovani che non c’e solo la scuola, ma attorno a loro ci sono numerose istituzioni, pronte a sostenerli e guidarli. Il  progetto  dà spazio ai giovani che si divertono nel recuperare alcune tradizioni e a capire da dove vengono, quali sono le loro radici e tutto ciò, avviene attraverso la musica trasmessa ai ragazzi grazie all’aiuto dei proff.  Maurizio e Michele Saccone, insegnanti di musica. Infine l’intervento del vescovo, accolto da un caloroso applauso dei bambini, è stato imperniato su due parole chiave: Rispetto e Amore. “Non si nasce uomini, ma ci si diventa –così introduce- Bisogna imparare a stare con e per gli altri. Abbandonare l’egoismo ed abbracciare l’amore, perché il cuore è pieno quando si ha il coraggio d’amare”. In conclusione salutando affettuosamente i bambini con un augurio di “pace e serenità e nella speranza che tutti possano vivere la propria vita nell’amore” li rassicura sulla sua costante vicinanza spirituale.

Davide Varchetta

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano