Boscoreale, sigilli all’Asilo 45

foto1Serrato di nuovo l’Asilo 45 di Boscoreale con mattoni di cemento, occupato dal 2 giugno dello scorso anno dalla Rete sociale per gli spazi autogestiti.

Per tutto il giorno, sotto il controllo della Polizia Locale e dei Carabinieri, la ditta De Luca ha posto pesi di cemento alle due entrate dell’ex scuola materna di Piazza Vargas.

Ieri mattina i Vigili l’avevano chiuso saldando le vie d’accesso e attaccando fuori la porta dell’entrata principale un cartello vistato dalla Provincia di Napoli e dal Comune di Boscoreale, con su scritto: “in esecuzione all’ordinanza del 2.06.2012 è vietato l’accesso e la presenza di persone nella struttura comunale ex scuola materna sita in piazza Vargas”.

Le persone che occupavano lo spazio non si sono arrese e ieri sera alle 21,30 circa, dopo essersi riuniti in assemblea, hanno deciso di violare i sigilli dell’ex scuola materna.

“Siamo venuti a conoscenza del fatto che lì dentro c’era una persona malata bisognosa di cure – afferma il Commissario prefettizio Michele Capomacchia- e a quel punto è stato necessario intervenire per metterlo in condizione di curarsi”.

Si tratta di Giacinto, ospitato dai ragazzi della Rete all’interno della struttura perché non aveva un lavoro per permettersi un  posto dove stare.

Al momento l’uomo è ricoverato in ospedale perché i medici gli hanno diagnosticato una broncopolmonite.

Già una volta l’asilo era stato fatto sgomberare perché inagibile e di proprietà del Comune, e le persone presenti erano state denunciate.

“Adesso lo spazio verrà riqualificato legalmente – afferma Capomacchia-. Verrà fatta una biblioteca o un centro sociale per gli anziani, ed otterrà nuovamente dignità”.

Dal canto loro i ragazzi della Rete non si arrendono; hanno annunciato già il loro presidio di stasera alle ore 19 fuori l’asilo e un’assemblea pubblica per domani sera alla stessa ora. “Quest’atto repressivo- affermano i ragazzi- non ha tenuto conto dell’opera di riqualificazione che dalla struttura è partita per espandersi a tutto il quartiere. Chiudere questo spazio, in un territorio degradato come il nostro, significa condannare nuovamente la piazza alla morte stroncando vigliaccamente tutte quelle energie indirizzate a sperimentare collettivamente un agire contro la precarizzazione calata dall’alto. Un agire fatto di impegno e autodeterminazione da parte di chi ha attraversato il centro sociale in questi mesi, dove si sono raggiunti risultati notevoli sul piano umano e della progettualità: un doposcuola sociale, una palestra popolare gratuita, una cucina sociale, cinema, presentazione di libri, attività teatrali, assemblee politiche sulle tematiche della crisi economica e ambientale, controinformazione, una radio libera. Per noi Asilo 45, prima ancora che luogo fisico da riempire di contenuti è la critica radicale al circuito astratto della rappresentanza; la resistenza a tutte le azioni autoritarie”.

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Giovanna Sorrentino

Foto di Giovanni Caiazzo

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