Allarme furti a Ercolano. A mettere a segno i raid in pieno orario diurno gruppi di nomadi composti per lo più da adolescenti coordinati da adulti che fungerebbero da “palo”. Particolare la tecnica adottata dai balordi : sarebbe infatti emerso che giovanissimi nomadi girerebbero per i condomini della zona centrale e per le villette situate nella parte alta della città segnando con messaggi in codice le abitazioni a loro giudizio particolarmente “vulnerabili” . Durante una di queste incursioni all’interno di un edificio situato nella centralissima via Panoramica i nomadi sarebbero stati messi in fuga dalle urla di alcuni condomini allertati dalla stranezza dei rumori provenienti da un piano inferiore del palazzo. “ Massima attenzione – ha dichiarato il capo gruppo del Pd Luigi Fiengo- per un fenomeno che rischia di compromettere seriamente la qualità d’esistenza del popolo ercolanese. Massima solidarietà con gli extra comunitari e i nomadi che onestamente cercano asilo nella nostra Ercolano ma pugno duro e tolleranza zero contro chiunque creda di poter esercitare violenza e commettere reati, cittadino italiano o meno, all’interno del perimetro urbano. Siamo certi che alla professionale attenzione delle forze di polizia non sfuggirà un fenomeno che deve essere stroncato sul nascere : a tale proposito invitiamo i cittadini tutti a contattare prontamente le forze dell’ordine tramite numeri di emergenza al minimo indizio di reato al fine di debellare un andazzo che non può e non deve passare inosservato”. In paese c’è molta apprensione per la vicenda : si teme che qualcuno esasperato da violenze e modalità d’azione dei presunti artefici di tali barbarie possa volersi fare giustizia da solo . E’ opportuno ricordare a tal proposito che la Repubblica dispone di istituzioni preposte alla salvaguardia della pubblica incolumità e che solo ad esse ogni onesto contribuente deve guardare per ricevere adeguata tutela. Ci si augura che il buon senso e la maturità civile degli ercolanesi ancora una volta prevalgano sull’errata sete di giustizia a volte troppo frettolosamente messa in essere da chi forse si sente abbandonato dallo Stato e dai propri pubblici referenti.
Alfonso Maria Liguori