Antonio Pepe, Segretario della Cisl di Pompei e Maria Rosa Rosa, Segretaria Uil di Pompei, attaccano nuovamente la cattiva gestione dell’area archeologica pompeiana. “Per gli sprechi agli Scavi – spiegano Pepe e Rosa – dal Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro e dal Direttore Regionale Gregorio Angelici ci sono state solo risposte vaghe, mentre dal Ministero nessuna risposta. Le annotazioni degli sprechi sono sensate e sotto gli occhi di tutti, piuttosto le risposte ancora una volta non forniscono tempi e modi di risoluzione al degrado evidenziato. Per il serpentone in acciaio e vetro che è all’ingresso di Piazza Anfiteatro realizzato negli anni 2006/2007 pare inverosimile che non sia stato ancora attivato, dopo circa sei anni perché manca una centrale elettrica che la Soprintendenza “starebbe” ancora per realizzare”.
Per la “Casa dei Vettii” il Soprintendente dichiara che il restauro sarà ultimato con le risorse del “Grande Progetto Pompei”. “Strano – affermano i responsabili di Cisl e Uil Pompei – ma è un intervento non previsto per tutto l’anno 2013, come indicato nella seconda brochure per tutto l’anno 2013. Abbiamo poi provato a leggere con attenzione la brochure, notando che all’ultimo punto (36) degli interventi previsti sulle strutture archeologiche, si parla di “Riconfigurazione coperture e interventi di Valorizzazione della Casa dei Vettii”. Appare strano che non si parli di restauro ma ancora una volta di coperture peraltro già rifatte appena nel 2009 per un importo pari a 548.337,21 euro, e la casa non è stata mai riaperta al pubblico. Ci chiediamo quante volte lo Stato debba pagare per questi lavori, era forse sbagliato il primo progetto o sono stati sbagliati i lavori? Per l’Antiquarium di Ercolano, la Soprintendente dichiara che “una volta terminati gli interventi programmati l’edificio diventerà sede espositiva per i reperti di Ercolano”. Facciamo notare che l’Antiquarium di Ercolano – aggiungono – non risulta essere inserito né nella programmazione triennale dei lavori della Soprintendenza, né nel “Grande Progetto Pompei”, pertanto non ci risulta programmato alcun intervento. Inoltre ripetiamo che da trent’anni a questa parte è stato oggetto di numerosissimi interventi di ristrutturazione e di messa a norma (solo la pavimentazione è stata sostituita tre volte senza che fosse mai inaugurato!) quanti altri soldi occorrono per aprirlo? Ci siamo limitati ad elencare gli sprechi più eclatanti e che tutti possono riscontrare facilmente, semplicemente passeggiando all’interno dell’area archeologica di Pompei, ma l’elenco degli sprechi e ben più ampio. Basti ricordare la denuncia fatta già nel 2011 sugli scarichi dei reflui dei locali adibiti alla ristorazione concessi alla società Autogrill. Il sindacato già allora aveva denunciato che la Soprintendenza di Napoli e Pompei pagava oltre 400mila euro l’anno per le operazioni di spurgo, intascandone molto meno da Autogrill come canone di locazione. Da allora cosa è stato fatto? Continuiamo a pagare per gli spurghi? Sembrerebbe che nulla sia cambiato ed è grave che risorse pubbliche che potrebbero essere usate per gli interventi di messa in sicurezza servano per pagare gli spurghi. Per non parlare dei tornelli per il controllo degli ingressi, mai entrati in funzione quelli spariti dall’uscita dal Tempio di Venere. Certo – concludono Antonio Pepe e Maria Rosa Rosa – è difficile dire di aver ricevuto un’eredità pesante se dopo due anni da Soprintendente nessun problema è stato affrontato e risolto, ne tantomeno si è messo mano a fare un organizzazione del lavoro efficiente ed efficace”.