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Castellammare: Bobbio-Vozza, il tempo dei veleni

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«Inchieste inconsistenti sul piano giudiziario»: l’ex sindaco del PdL (ed ex pm antimafia) Luigi Bobbio va giù duro con accuse a magistratura e forze dell’ordine, riferimenti a fughe di notizie e ad incartamenti sulle attività della vecchia amministrazione di centrosinistra di Salvatore Vozza. Indagini «a trazione vozziana» per Bobbio, in quanto dal suo predecessore proverrebbero le denunce che hanno poi fatto scattare arresti ed avvisi di garanzia. Alla conferenza stampa di Bobbio ha risposto poche ore dopo l’incontro con i media di Vozza, che si è soffermato sull’autonomia della magistratura: «Bobbio ha delle cose da denunciare? Lo faccia, altrimenti si tratta di omissione. Io sono qui, non mi sono mai sottratto ai controlli neppure ai tempi dell’omicidio Tommasino». Giustizia ad orologeria, veleni, accuse e le elezioni alle porte: l’ennesima giornata lunghissima per Castellammare, passata in un clima di sospetti dall’alba al tramonto. Nelle ultime settimane l’inchiesta sulla gestione del Comune e delle sue partecipate tra il 2010 e il 2012 ha portato a tre misure cautelari per peculato e a sei avvisi di garanzia per abuso d’ufficio (di cui due recapitati a Bobbio, che ha scelto di ricandidarsi a sindaco) scattati a seguito di tre diverse operazioni effettuate da finanza e Procura. Non ci sta l’ex primo cittadino la cui amministrazione è caduta alla fine dello scorso anno. Parla di indagini partite con la segnalazione delle assunzioni irregolari in Sint descritte in una lettera anonima recapitata a Vozza (allora consigliere comunale di opposizione di Sel) che questi ha portato poi in Procura. «Non ho alcun timore per queste indagini – ha spiegato Bobbio – ho fiducia nella giustizia che saprà ritrovare la strada della verità. Ora, non vedo prove né indizi e mi stupisce l’omissione di accertamenti da parte degli inquirenti. Abbiamo visto troppi casi in cui le azioni di pm e gip non hanno portato a buoni esiti giudiziari». E sarebbe la disparità di trattamento nelle segnalazioni effettuate a non convincere l’ex sindaco: «Pretendo che si indaghi sul recente passato. Minacce, sabotaggi, un assalto vero e proprio al Comune con sparizione di documenti e nessuno interviene». Nel merito delle inchieste in corso, però, Bobbio ha mantenuto il riserbo. «Quella della cabina di regia era un’attività vera e propria – ha spiegato l’ex pm – con studi e atti concreti, ventisei relazioni protocollate. Senza i quali oggi non avremmo le iniziative per ‘Housing Sociale’ e ‘Più Europa’». Ma sul perché tali documenti non sono stati resi noti ai consiglieri che ne fecero richiesta, Bobbio ha risposto: «I consiglieri non devono avere per forza accesso a tutto». «Penso che la gente sia un po’ stanca della politica che litiga – ha esordito Vozza – e di questa lente che ha deformato tutto, trasformando gli avvenimenti in una lotta tra il bene e il male. Io ho scelto una strada: assumermi la responsabilità della sconfitta del 2010, fare il consigliere comunale e rivolgermi alla magistratura quando l’ho ritenuto opportuno. Bobbio ha pensato bene di intimorire tutti, e chissà che tra poco qualche ex consigliere di maggioranza qualcuno non trovi il coraggio di tirare fuori la questione. Quello della magistratura complottista – ha continuato l’ex sindaco di Sel – è un tema già utilizzato da Berlusconi. Si deve avere anche il senso del ridicolo in certi casi». «Per ottenere i soldi percepiti da De Vita (l’ex coordinatore della cabina di regia nominato da Bobbio finito ai domiciliari per peculato, ndr) – ha affermato l’esponente di Sel, confermando anche che non si ricandiderà a maggio – bisognerebbe sommare quelli di quattro dirigenti in un anno. Noi all’epoca ci riducemmo gli stipendi, ed in cinque anni abbiamo speso 90 euro al mese per i rimborsi. Ciò che noto io nelle indagini sull’amministrazione Bobbio, invece, è che si prefigura un vero e proprio sistema non troppo trasparente».

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