Libere associazioni per la difesa dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente, si ribellano in merito alla gravosa questione delle strade colabrodo, e la situazione della SS 268 attraverso una missiva. La lettera inviata al prefetto di Napoli Francesco Musolino, al Procuratore Capo del Tribunale di Nola, e per presa visione ai sindaci e consiglieri comunali dell’area vesuviana, è a firma delle associaciazioni Azione Civile, Unione Sangiuseppese, Comitato Ambientale Sangiuseppese, Gruppo Ecologico Vesuviano e Scansafossi ed è stata presentata lo scorso 19 Marzo, festività del patrono della cittadina vesuviana. Le associazione del territorio, all’interno della missiva, denunciano lo stato pietoso delle strade di San Giuseppe Vesuviano, Terzigno e Ottaviano dimostrando anche una netta contrarietà alla chiusura del tratto stradale della SS268.
“I sottoscritti cittadini – recita la lettera – denunciano alla S. V. Ill.ma lo stato pietoso delle strade di San Giuseppe Vesuviano Ottaviano e Terzigno e la netta contrarietà alla chiusura del tratto della S.S. 268 del Vesuvio. Situazioni concomitanti che non hanno fatto altro che acuire i pericoli per l’incolumità dei cittadini e degli stessi automobilisti, con ingenti danni a persone e/o cose, a causa delle strade cittadine rese impercorribili dal pessimo fondo stradale rovinato da enormi buche nella carreggiata. Eventi precipitati dopo i lavori di posa fognaria, mai ultimati, da parte del Commissario per la Bonifica del Sarno, e divenuti fonte di invivibilità perché interminabili, spesso non a norma ed arbitrari.
Chiedono in primis la difesa della salute pubblica, divenuta precaria in seguito all’aumento dell’inquinamento atmosferico ed acustico causato dal permanente traffico veicolare dirottato nei centri cittadini dopo la chiusura della 268. Chiedono per lo spettacolo indecoroso, il panorama di degrado e di trascuratezza di accertare modi, tempi ed incarichi dei lavori da parte del Commissariato di Governo per la bonifica del Sarno. Lo stesso valga per i lavori interminabili, iniziati oltre 30 anni fa della Statale 268. E’ impensabile chiudere, tra Somma Vesuviana ed Ottaviano, l’unica via di fuga dei nostri paesi, a cura di coloro che negli ultimi trent’anni avrebbero dovuto e dovrebbero vigilare su appalti, lavori e manutenzioni. C’è poco da “indagare”. E’ pericolosa l’intera 268 e non solo quel tratto. In tempi di crisi economica, poi, è impensabile trascurare la mobilità. Chiedono che gli uffici comunali competenti (tecnici e Polizia locale) di finalmente muoversi e non rimanere impassibili davanti a pesudo interventi di “manutenzione”, senza accertarne l’omologabilità secondo i dettami legislativi in materia e gli stessi regolamenti comunali sul “ripristino dello stato dei luoghi”. Sulla questione delle strade dissestate, l’ASAPS Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, nei giorni scorsi ha chiesto l’apertura di un’inchiesta nazionale sullo stato pietoso delle strade e sui costi e rischi per gli automobilisti e motociclisti. Ecco quanto si legge sulle pagine web del portale sulla sicurezza stradale: “Un inverno che sembra ancora in servizio permanente effettivo sta dando un colpo ulteriore alle condizioni già compromesse delle strade italiane sia urbane che extraurbane provinciali e statali.L’ASAPS lancia un allarme e un appello su questo problema fin troppo trascurato e chiede alle istituzioni di promuovere da subito una inchiesta nazionale sullo stato delle strade, sulle modalità delle loro riparazioni e sui rischi corsi o che corrono i conducenti e trasportati, su quale incidenza hanno i dissesti delle strutture stradali sulle lesioni o addirittura sugli incidenti gravi e mortali. Il dissesto stradale ha conseguenze enormi sulla già affaticata economia, ne avrà poi notevoli sui flussi turistici della prossima estate e ora rischia di comportare rilevanti costi economici per gli automobilisti e addirittura costi umani soprattutto per i conducenti e trasportati dei veicoli a due ruote. Mentre la politica non si fa strada, i cittadini vedono aumentare rischi e costi della strada.”
Pasquale Annunziata