Il Consiglio dei Ministri ha sciolto il Consiglio comunale di Quarto in base alla normativa antimafia dopo la richiesta presentata dal Ministro degli Interni. L’amministrazione del centro flegreo è stata al centro di un’ inchiesta riguardante pressioni del clan dei Polverino sulle scelte urbanistiche: il 9 luglio del 2012 i carabinieri eseguirono anche delle perquisizioni negli uffici privati del sindaco, Massimo Carandente Giarrusso, che non era indagato, e in quelli di alcuni consiglieri comunali e imprenditori. Le risultanze della commissione d’accesso – che a Quarto ha operato per circa sei mesi subito dopo lo scioglimento del consiglio comunale per le dimissioni del sindaco di centrodestra Massimo Carandente Giarrusso – sono risultate determinanti nello stabilire l’esistenza di presunte collusioni tra il clan camorristico e la politica locale. Giarrusso nel corso della campagna elettorale per le comunali del maggio 2012 due candidati del centrodestra, Armando Chiaro del Pdl e Salvatore Camerlingo di ”Noi Sud” furono arrestati per collusioni con i Polverino. Poi, in seguito a una indagine dei carabinieri coordinata dai pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Antonello Ardituro, Marco Del Gaudio e Maria Cristina Ribera che porta alla luce ingerenze del clan camorristico su alcune scelte urbanistiche della città operate dall’amministrazione e dirigenti comunali: il sindaco Carandente Giarrusso sebbene non indagato, decise di dimettersi. Il Prefetto di Napoli nomina commissario prefettizio Vincenzo Greco, che attualmente regge le sorti del Comune. In seguito alla decisione presa oggi dal Consiglio dei Ministri, a Quarto, nei prossimi giorni si dovrà insediare un nuovo commissario del Prefetto, nomina specifica prevista nei casi di scioglimento della civica assise per infiltrazioni camorristiche. A Quarto pertanto non si potrà andare al voto prima dei prossimi 18 mesi, per cui la scadenza elettorale viene rinviata al 2015. Negli ultimi venti anni il comune è stato commissariato già tre volte ed in due occasioni per infiltrazioni camorristiche. Tra le prime reazioni registrate c’è quella del coordinatore locale del Partito Democratico, Francesco Dinacci: ”Con questa decisione si chiude una brutta pagina per Quarto con una misura significativamente compressiva dell’autogoverno locale, la seconda negli ultimi 20 anni della vita cittadina. Da molto tempo – afferma Dinacci – avevamo denunciato con forza quanto accadeva nel nostro territorio. Le responsabilità politiche vanno ricercate evidentemente tra chi si è distratto negli anni o ha girato la testa altrove o non ha saputo dire no rispetto a un certo tipo di consenso”. ”Da oggi – conclude l’esponente del PD – i cittadini onesti di Quarto dovranno mettere insieme le migliori energie perchŠ Quarto possa presto rinascere e rialzarsi partendo da una rinnovata stagione di legalita’ e di partecipazione”.