IL LIBRO
Tre capitoli cruciali della storia del ‘900 – Grande Guerra, Fascismo, Secondo Conflitto Mondiale – trovano in questo libro un originale approfondimento del modo in cui furono vissuti in una piccola città meridionale. Cava de’ Tirreni versò il suo tributo di sangue e di sofferenze nelle trincee del Carso e del Piave, e si prodigò con generosità ad accogliere nelle sue efficienti strutture sanitarie i militari infermi o feriti, e a promuovere iniziative caritatevoli a favore delle famiglie indigenti. La vita quotidiana durante il “ventennio nero”, con speciale riguardo all’angusta visione del ruolo della donna, e la presenza tra le colline metelliane di due illustri confinati politici – un ex ministro come l’avvocato Bortolo Belotti e un geniale imprenditore e avveduto collezionista d’arte come Riccardo Gualino – sono messe in luce con dettagli poco noti o addirittura inediti che le proiettano oltre l’ambito locale. Del pari interessanti sono le pagine che registrano i disagi morali e materiali della popolazione investita dai bombardamenti e coinvolta suo malgrado nella battaglia del settembre 1943, con l’episodio (poi risoltosi felicemente) del sequestro di due alti prelati – l’abate Ildefonso Rea e il vescovo Francesco Marchesani – ad opera di soldati tedeschi penetrati nell’Abbazia benedettina, tra le cui mura avevano trovato rifugio migliaia di profughi.
GLI AUTORI
Ai testi, corredati di documenti, di testimonianze e di immagini inedite, hanno lavorato gruppi di studenti delle scuole superiori di Cava, coordinati dai rispettivi docenti di materie letterarie, facendone palestra di proficua esperienza civile e culturale.