Tale promessa nel corso dei giorni si è trasformata in un acconto di 1000 Euro da corrispondere ai lavoratori in forza e di 500 Euro a quelli in Cassa Integrazione, e si è concretizzata in una mancia di 800 Euro ai primi e di 300 ai secondi.
Un pietoso gioco al ribasso perpetrato da una proprietà che resta sfuggente circa le prospettive per il futuro”. “E’ ora di guardare ai bilanci delle aziende” ha commentato il dirigente regionale Ferdinando Palumbo “è quella la loro carta d’identità ed è da li che bisogna partire all’inizio di ogni incontro o trattativa, le assicurazioni, le parole e le promesse sono riti cancellati dalla storia”.