Il gruppo Amici della Pineta di Terzigno, riunitosi questa mattina in località Piana Tonda in via Campitelli Vecchia nell’omonimo comune vesuviano per farsi gli auguri di Buona Pasqua, ha lanciato un appello alle istituzioni per sollecitare un intervento per risolvere le varie problematiche che attanagliano la zona.
“Questo è il nostro punto di ritrovo, una porzione di area Parco liberamente fruibile nella quale veniamo a fare attività all’aperto – spiegano Ferdinando Servino, Pasquale Ranieri e Agostino Nappo. E’ l’unico polmone verde facilmente raggiungibile da noi, purtroppo però versa nel degrado. Gli appassionati di attività all’aperto e quelli che fanno parte del nostro gruppo vengono qui non solo da Terzigno ma anche da San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano e si trovano in mezzo a enormi branchi di cani randagi con il pericolo che attacchino l’uomo e diffondano malattie”.
“Inoltre – continuano gli Amici della Pineta – il percorso numero 11 del Parco Nazionale del Vesuvio, ovvero il sentiero della pineta, che era stato inaugurato principalmente per le persone affette da disabilità fisiche e motorie, presenta tutte le assi divelte, rotte e bruciate e costituisce un serio rischio per chi lo percorre. Tutta l’area è piena di rifiuti speciali e ingombranti e di sacconi di rifiuti che stanno fermi lì da tempo e che non vengono rimossi. Nell’area è presente anche un parco giochi per i bambini e un’area destinata al culto all’aperto, ma i pericoli a cui i piccoli, adulti e anziani sono sottoposti sono innumerevoli”.
“Questa è un’area bellissima e vorremmo che fosse riqualificata, risanata, pulita e preservata nel giusto modo per restituire ai cittadini un’importante spazio per le attività all’aperto. Qui si trova anche lo stadio comunale di Terzigno, una struttura che giace abbandonata e nel completo degrado e che potrebbe essere invece restituita alle attività dei cittadini o resa disponibile per vari tipi di eventi. Speriamo in un intervento deciso delle istituzioni, ente Parco, comune e ministero dell’ambiente e ci rendiamo anche disponibili a un confronto”.
“Chiediamo inoltre – continuano gli attivisti – un’udienza privata al Papa, della cui nomina ci sentiamo tutti molto contenti, per portare a lui le istanze del nostro territorio sofferente e la voce di chi crede in un sano connubio tra natura e spiritualità”.