Legambiente e la Rete dei Comitati Zero Waste Italy fanno visita alla Sari per supervisionare il lavori in corso nella discarica chiusa da maggio 2012.
Al momento il sito è gestito da Ecodeco, un gruppo societario di A2A, l’azienda che ha preparato la discarica e l’ha gestita per tre anni sotto la supervisione prima dell’Asia e poi della Sapna.
Le associazioni hanno visitato il sito senza preavviso, sotto la guida dell’ingegnere Mancini di Ecodeco.
“In primo luogo abbiamo chiesto notizie sullo stato della discarica e dei lavori di messa in sicurezza”, spiegano Legambiente e la Rete.
Alla base dell’invaso sono state posizionate tre turbine che trasformano il bio-metano in energia elettrica. Il percolato prodotto dalla Sari ammonta a circa quattro metri cubi al giorno e viene stoccato in un silos a tenuta e periodicamente trasportato nell’impianto di trattamento in Puglia, mentre l’energia elettrica ricavata è stata immessa nella rete nazionale da gennaio.
L’invaso è stato coperto con un telone su tutta la superficie e con pietrisco per un metro circa. La normativa prevede che venga ulteriormente coperta con del terriccio argilloso e poi impiantata con dei fusti a piccola radice.
“L’ingegnere Mancini non ha dato notizie certe su quando il lavoro di copertura terminerà- affermano Legambiente e la Rete-, ma crede che ci vorranno dai sei agli otto mesi, a causa delle difficoltà e dei costi di approvvigionamento del materiale di copertura. Ovviamente- concludono- è stata esclusa qualsiasi ipotesi di sversamento illegale di ulteriore monnezza tal quale. Sarebbe impossibile dal momento che l’invaso è ricoperto da pietrisco ed i suoi fianchi sono molto pendenti e compattati dal terreno argilloso”.
Sulla sommità dell’ex discarica non ci sono bruciatori di biogas, “segno- affermano le associazioni- che la captazione di miasmi ed odori sgradevoli è quasi totale, finalmente al minimo”.
Tra qualche mese Legambiente e la Rete dei Comitati Zero Waste Italy si recheranno nuovamente alla Sari per continuare a monitorare lo stato di avanzamento delle misure di sicurezza e la definizione di eventuali criticità.
All’uscita dalla discarica i cittadini hanno notato il transito di enormi camion che trasportavano terra e che provenivano da via Nespole della Monica; in questo momento su questa strada sono in corso dei lavori di asfaltamento: “Una vera follia, a nostro avviso – spiegano Legambiente e la Rete- perché quel percorso non ha né una rete fognaria, né un sistema di canalizzazione dell’acqua piovana. Una volta completati i lavori, in caso di piogge forti, la strada si potrebbe trasformare in un torrente che spingerebbe l’acqua dalla montagna a valle e creerebbe un dissesto idrogeologico alle case circostanti da via Panoramica al paese. Un pericolo che abbiamo fatto presente alle autorità prefettizie e a quelle dell’Ente parco Nazionale del Vesuvio”.
Giovanna Sorrentino