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Operazione “Titano”, riciclaggio dei Casalesi al Nord e a San Marino: 24 arresti e sequestri per 2 mln

carabinieri RosSi chiama “Titano” l’operazione dei carabinieri di Caserta che ha portato alla notifica di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 24 indagati responsabili a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso e riciclaggio, con l’aggravante del metodo mafioso. L’indagine della procura di Napoli ha permesso di individuare un canale di reimpiego dei capitali illecitamente percepiti dai Casalesi attraverso operazioni finanziarie con societa’ di capitali nello stato di San Marino, nonche’ ricostruire le manovre del clan per creare una struttura satellite operativa in Marche e Emilia Romagna per la gestione degli affari. Sequestro preventivo di beni per un valore di 2 milioni, tra cui una Ferrari modello Scaglietti. L’indagine, avviata nel 2010, ha permesso di individuare un canale di riciclaggio utilizzato dai Casalesi e da un clan di Acerra, nel napoletano, che permetteva di reimpiegare attraverso la Fincapital spa di San Marino gli ingenti guadagni realizzati con droga ed estorsioni in attivita’ nelle Marche (Fano, Pesaro) e in Emilia Romagna (Riccione e Rimini), ma anche nella stessa repubblica del Titano, da cui la denominazione dell’indagine. Figura centrale, per gli investigatori, era quella di Francesco Vallefuoco, che mediava tra i due clan e verificava gli investimenti fatti a San Marino e nelle Marche. Un faccendiere, Francesco Agostinelli, residente nelle Marche e attivo nel centro-nord Italia, era il ‘garante’ dei Casalesi, l’uomo che si occupava degli interessi della famiglia Schiavone, la fazione del clan al centro di questa inchiesta. E tra i destinatari di misura cautelare c’e’ per la prima volta con la contestazione di associazione a delinquere di stampo mafioso Carmine Schiavone, 20 anni, figlio del boss Francesco, gia’ arrestato per estorsione, al vertice dell’organizzazione dopo la detenzione del fratello Nicola. Proprio lui forniva le direttive per gli investimenti a San Marino. La struttura operativa creata da Agostinelli si occupava anche dell’acquisto di armi e droga dall’Albania, utilizzando un bar di Riccione, “Tintarella di luna caffe'”, come deposito di droga e il gestore, Giudo Montebelli, si occupava anche dello spaccio al minuto di eroina e cocaina. Agostinelli e’ stato arrestato a febbraio 2011 per detenzione di droga, circa mezzo chilo, e di una pistola. Da quell’arresto, il sequestro di documentazione che ha portato al sequestro oggi di beni per circa 3 milioni di euro (et non 2 milioni come si e’ appreso in precedenza, ndr.) tra cui una Ferrari Scaglietta e 5 villette.

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