Pimonte Calcio, sciopero dei calciatori

imagesI calciatori del Pimonte, squadra che attualmente occupa la settima posizione nel girone B del campionato di Promozione, hanno deciso di scioperare e sospendere gli allenamenti perché senza stipendio ormai da tre mesi. Lo ha annunciato il capitano Giuseppe Donnarumma, al termine di una lunga riunione che gli stessi calciatori hanno tenuto negli spogliatoi dello stadio San Michele. Il presidente – commissario Michele Sabatino, secondo la squadra, ha disatteso la promessa di pagare entro Pasqua due mensilità. Una situazione che genera nuovo caos nell’ambiente, già scosso lo scorso gennaio dalle dimissioni a sorpresa dell’ex patron stabiese Catello D’Aquino, rassegnate dopo una lite con i membri dell’amministrazione comunale. E proprio in seguito a quello strappo, i dirigenti del club biancazzurro insieme agli amministratori locali decisero di affidare la guida pro tempore della squadra a Sabatino, che riveste anche il ruolo di consigliere comunale di maggioranza. “Stiamo vivendo una situazione paradossale – affermano in una nota i calciatori pimontesi -, costretti addirittura ad utilizzare le nostre auto private per giocare in trasferta (è accaduto sabato scorso per andare a Caivano). La vicenda degli stipendi tuttavia è secondaria – continuano -, visto che ci lascia sgomenti l’assoluto stato di abbandono in cui versa la società. Ci sentiamo traditi da chi non si è fatto vivo nemmeno per gli auguri di Pasqua e stiamo continuando a giocare solo per evitare multe e la retrocessione alla squadra del nostro paese”. Mancano ormai tre gare alla fine della regular season, ma è già partita la diaspora, con almeno 8 calciatori che hanno lasciato i Lattari. Tra questi, anche l’ex difensore della Juve Stabia Antonio Ruggiero. Quella di ieri è la seconda crisi vissuta nel corso di una stagione a dir poco tormentata. A gennaio infatti, insieme all’ex presidente D’Aquino, si dimisero anche l’allenatore Carmine Barba e i componenti dello staff tecnico. “Nonostante i tantissimi sacrifici fatti – afferma D’Aquino -, mi sono sentito tradito dagli amministratori locali sulla gestione del campo sportivo e per questo ritenni che non esistevano più le condizioni per poter proseguire in maniera diretta quest’esperienza”. Ma quello relativo alla gestione dello stadio fu soltanto uno dei fattori che determinarono questa decisione. “Nel girone di andata del campionato siamo stati abbandonati al nostro destino – commenta l’ex presidente -, abbiamo dovuto pagare 1200 euro al mese per utilizzare il campo e nessun imprenditore locale, né tantomeno i tifosi, si sono avvicinati al club per darci una mano. Evidentemente, a Pimonte c’è chi vuole sfruttare il calcio per fini politici e così mi hanno messo nelle condizioni di lasciare”. Al momento, nessun commento arriva dall’attuale presidente e dalla dirigenza.

Francesco Fusco

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